lunedì, 29 Aprile 2024

Louise Brown, 45 anni dalla prima bimba concepita in vitro. Consulta di Bioetica: “Ha cambiato la storia. È tempo di regolare la gestazione per altri”

Louise Brown, madre di due figli sana e felice, nonché una persona tra le 10 milioni venute al mondo con le procedure di fecondazione medicalmente assistista, ieri era quel futuro "demoniaco" che faceva tanto paura, oggi è "miracolo della scienza". Sono passati 45 anni dalla nascita di quella bimba e domani, 26 luglio 2023, in Italia, forse per uno strano scherzo del destino, il Governo si ritroverà a votare in aula il disegno di legge per rendere la gestazione per altri "reato universale".

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Sono passati 45 anni da quel 25 luglio 1978, quando alle 23:47 tra le corsie dell’Oldham General Hospital, in un sobborgo di Manchester, si udirono le urla a pieni polmoni di Louise Brown, la prima bambina nata per mano della scienza e mediante fecondazione in vitro. Assieme alle grida liberatorie di quella bimba di appena 2,608 chili iniziò finalmente a diffondersi nella collettività la consapevolezza delle opportunità che il progresso poteva offrire in termini di generazione umana e diritti riproduttivi.

Eppure Louise, madre di due figli sana e felice, nonché una persona tra le 10 milioni venute al mondo con le procedure di fecondazione medicalmente assistista, ieri era quel futuro “surreale” che faceva tanto paura. Louise festeggia i suoi 45 anni e casualmente domani, 26 luglio 2023, in Italia, forse per uno strano scherzo del destino, il Governo si ritroverà a votare in aula il disegno di legge per rendere la gestazione per altri un “reato universale”, punendo così anche qualsiasi cittadino italiano che intraprenderà l’iter riproduttivo all’estero, nei Paesi in cui la pratica è legale e regolamentata. Solo ieri quell’avvenire “demoniaco” aveva il volto di Louise, delle donne e degli uomini che lottavano per la legge 194, per la contraccezione e qualsiasi tipo di tecnica di controllo riproduttivo; oggi, invece, ha gli occhi di tutti i genitori intenzionali, delle gestanti e di chi si batte per poter esercitare la propria responsabilità umana ed etica, dando alla luce nell’amore e nella libertà nuove vite.

Il più bell’augurio per il compleanno di Louise arriva quest’anno dalla Consulta di Bioetica Onlus, in particolare nello scritto lucidissimo e sempre acuto del professor Maurizio Mori, già docente di Filosofia Morale all’Università di Torino, presidente dell’associazione e membro del CNB. Qui di seguito il suo contributo, per chi ha urgenza di una boccata d’ossigeno in questa coltre nube di banalità.

La lettera di Maurizio Mori

Buon compleanno, Louise! La tua nascita, avvenuta 45 anni fa (per parto cesareo alle ore 23:47 del 25 luglio 1978 presso l’Oldham General Hospital, Lancashire, UK), ha cambiato il corso della storia umana. Louise, sei stata la prima persona al mondo nata grazie alla fecondazione in vitro, nuova tecnica riproduttiva che costituisce uno dei più grandi passi compiuti dall’umanità, dopo la scrittura, la ruota, l’energia fossile, etc. A dispetto di chi presagiva che la nascita ‘non naturale’ avrebbe compromesso gravemente e per sempre la tua salute e il tuo benessere, la tua vita è sinora trascorsa normale e serena come tante altre, rallegrata da due figli. Sarà perché la tua nascita è avvenuta in un Ospedale e lontano dei riflettori e dai clamori mediatici, o sarà per le tante perplessità e opposizioni che subito ha suscitato, o per altro ancora, ma è un fatto che della sua importanza non ce ne siamo accorti immediatamente.

Ma ora, che oltre 10 milioni di persone sono nate grazie alle nuove tecniche di fecondazione assistita e in vitro, cominciamo ad acquisire chiara consapevolezza che la tua nascita ha consentito un aumento eccezionale delle capacità di controllo della riproduzione umana, e che questo fatto sta cambiando il futuro dell’umanità e ridisegnando le modalità con cui far venire al mondo nuove persone. Questa nuova consapevolezza circa il futuro della riproduzione umana negli ultimi anni si è coniugata con una grande attenzione rivolta al controllo delle nascite, che è facilitato da migliori tecniche contraccettive e da tecniche meno invasive di aborto: anche per questo oggi in Italia fortunatamente non si nasce più ‘per caso’ o ‘non voluti’, ma si nasce ‘per scelta’ e perché la gravidanza è stata accolta e voluta.

La sinergia tra tecniche di fecondazione assistita e controllo delle nascite sta modificando un parametro fondamentale dell’etica della generazione umana: prima i nati nascevano ‘naturalmente’ affinché potessero garantire la continuazione del casato (o della specie o della stirpe), mentre ora i nati nascono perché voluti di per sé, cioè perché si vuole che possano fiorire, autorealizzarsi e essere felici. In altre parole, prima l’attenzione era rivolta a far continuare la famiglia e i beni di famiglia, mentre ora è rivolta principalmente al benessere del nato, ossia il best interest of the child. Quello indicato è un cambiamento di importanza fondamentale che segna una cesura nella storia. Infatti, per la prima volta il futuro dell’umanità non avviene più ‘a caso’ ma è sottoposto alla responsabilità umana e all’etica, aspetto che costituisce una grande crescita di civiltà. Mentre prendiamo atto di questa crescita positiva, ricordiamo che il passo è reso possibile soprattutto dalle nuove tecniche di fecondazione assistita aperte con la nascita di Louise Brown.

Queste hanno reso possibili nuove modalità di nascita, tra cui oggi grande interesse suscita
la ‘gravidanza per altri‘ (GPA): una nuova forma di nascita alternativa alla ‘gravidanza per sé’ (GPS) propria della tradizione. Invece di esaminare con cura i problemi sollevati dalla scelta tra le due forme di gravidanza (la GPS e la GPA), al fine di regolarne la pratica, alcuni chiedono con forza il ‘divieto universale’ della GPA, giustificando il divieto sulla scorta dell’idea che la GPA in qualche modo danneggerebbe il nato – proprio come 45 anni fa si diceva che la nascita ‘non naturale’ di Louise avrebbe recato un irrimediabile danno alla sua salute e al suo benessere. A distanza di 45 anni, le catastrofiche previsioni circa la salute e il benessere di Louise Brown sono state smentite, e ora che oltre 10 milioni di persone sono nate grazie alla fecondazione assistita, si deve riconoscere che tale tecnica è prima-facie buona perché tutte quelle persone (in salute e contente di vivere) altrimenti non sarebbero mai nate. Ragionamento analogo va fatto anche per la GPA, pratica che va attentamente regolata ma non demonizzata.

La Consulta di Bioetica Onlus invita a considerare il 45° compleanno di Louise Brown una buona occasione per riconoscere che quella nascita ha aperto una nuova era, per abbandonare pregiudizi retrogradi legati al passato, e per cominciare a riflettere seriamente sul futuro della riproduzione umana. Il compleanno di Louise ci ricorda che ora che siamo in grado di esercitare il controllo riproduttivo è giunto il tempo di mettere al centro la responsabilità genitoriale attenta al benessere del nato, aspetto che sui temi oggi in discussione ci porta a evitare la demonizzazione della GPA“.

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