sabato, 11 Maggio 2024

Guerra in Ucraina, bombardato ospedale da campo all’acciaieria Azovstal. A Mariupol rischio epidemia di colera

Morti e feriti dopo la distruzione dell'ospedale da campo all'acciaieria Azovstal. A Mariupol rischio di colera, dissenteria ed Escherichia Coli. A Kiev 3mila soldati fatti prigionieri dai russi, 1.150 civili uccisi. Riconosciuti 10 soldati russi coinvolti nei fatti di Bucha. Stoltenberg: "La Nato sosterrà l'Ucraina per anni se dovesse servire".

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La guerra continua a imperversare e a mietere vittime. I soldati del battaglione Azovstal hanno riportato aspramente su Telegram che è stato “bombardato l’ospedale da campo militare che si trova nellacciaieria Azovstal: ci sono morti e feriti. La sala operatoria è distrutta. Continuano a bombardare, ma la Convenzione di Ginevra garantisce la protezione delle istituzioni mediche ospedaliere e ai feriti dovrebbe essere fornita l’assistenza necessaria senza discriminazioni di alcun tipo”. Intanto, in una Mariupol distrutta, in cui vivono ancora circa 100mila persone, si fa strada il rischio di epidemie di colera, Escherichia Coli e dissenteria causate dalla tragica situazione sanitaria e dai numerosi cadaveri che ancora non sono stati sepolti, presenti tra le macerie degli edifici abbattuti. Le autorità locali dicono che “le temperature hanno raggiunto i 20 gradi, potenti epidemie potrebbero scoppiare presto in città, per la mancanza di acqua corrente e igiene, la decomposizione di migliaia di corpi sotto le macerie, la catastrofica scarsità di cibo e acqua potabile”. Arriva intanto, da un portavoce del Foreign Office, la notizia della morte di un cittadino britannico e la scomparsa di un suo connazionale in Ucraina. Sebbene non sia confermato, sembrerebbe che i due fossero volontari che si sono uniti all’esercito ucraino per combattere contro i russi.

La situazione a Kiev e Bucha

La situazione a Kiev non è certo delle migliori. Presa di mira fin dall’inizio dell’invasione e mai caduta nelle mani del nemico, solo in questa regione le milizie filo-russe dell’autoproclamata Repubblica popolare di Donetsk hanno affermato di aver fatto prigionieri più di 3mila soldati ucraini, mentre la popolazione locale dice di aver recuperato i corpi di 1.150 civili uccisi dallo scorso 24 febbraio, come denunciato dal capo della Polizia locale, Andriy Nebyton: “Abbiamo trovato ed esaminato i corpi di 1.150 civili che sono stati uccisi. Erano civili, non militari, in nessun modo coinvolti con entità militari Il 50-70% delle persone – ha detto – sono morte con ferite da arma da fuoco, colpi di mitra”. Ciononostante, Nebyton ha affermato che il numero più alto di vittime si è registrato nella regione di Bucha, dove le atrocità commesse superano l’umana immaginazione.

A riguardo, il procuratore generale Iryna Venediktova ha divulgato su Facebook i nomi e le foto di 10 soldati russi coinvolti, chiedendo ai cittadini se li riconoscono, se sono in possesso di prove che li vedono implicati in altre barbarie e, in caso, di inviarle alla Procura che sta raccogliendo le prove dei crimini di guerra commessi dai russi. Questi soldati fanno parte della 64^ brigata di fanteria motorizzata, separata dalle forze di terra. Venediktova scrive che “durante l’occupazione di Bucha hanno preso in ostaggio civili disarmati, li hanno fatti morire di fame e sete, li hanno tenuti in ginocchio con le mani legate e gli occhi incollati, derisi e picchiati. Sono stati usati pugni e mozziconi. Le persone sono state picchiate per avere informazioni sull’ubicazione delle forze armate e delle forze di difesa e alcune sono state torturate senza alcun motivo. I militari russi hanno minacciato di uccidere le vittime e hanno persino inscenato l’esecuzione dei loro prigionieri. Questi militari del primo esercito di predoni del mondo hanno derubato la popolazione locale, portando via oggetti personali ed elettrodomestici come trofeo”. La stessa Venediktova ha anche annunciato un “nuovo scambio di prigionieri: 45 persone sono state liberate tra cui 13 ufficiali, 20 soldati (5 feriti) e 12 civili”.

Il mondo comunque continua a mobilitarsi per aiutare l’Ucraina e in prima linea c’è la Nato. Jens Stoltenberg, il segretario generale, è intervenuto al Forum della gioventù: “La Nato è pronta a sostenere l’Ucraina per anni nella guerra contro la Russia, anche aiutando Kiev a passare dalle vecchie armi dell’era sovietica alle moderne attrezzature militari occidentali. C’è assolutamente la possibilità che questa guerra si trascini e duri per mesi e anni”.

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