Il presidente della Duma ha pubblicato un promemoria su Telegram in cui sostiene che le persone non dovrebbero fuggire dalla Russia per evitare la mobilitazione. “Ai cittadini abili alla leva, dal momento della mobilitazione, è vietato lasciare il luogo di residenza senza il permesso dei commissariati militari. Esiste tale norma di legge, e tutti coloro che sono tenuti al servizio militare dovrebbero rispettarla”, ha detto. Alcuni missili russi, intanto, hanno colpito nella notte un’area residenziale della città orientale di Dnipro. Tre civili, tra cui un bambino, sono stati uccisi. Cinque i feriti.
A renderlo noto è stato il capo dell’amministrazione militare regionale, che ha detto: “I russi hanno colpito Dnipro con diversi missili per tutta la notte, prendendo di mira soprattutto le aree residenziali. Al momento sono stati segnalati tre civili uccisi, tra cui un bambino. In cinque sono stati feriti, tra cui una ragazza di 12 anni. I soccorritori adesso stanno rimuovendo le macerie, dove potrebbero essere seppellite altre vittime”.
Soldati russi intercettati: “Putin è pazzo. Vuole Kiev, ma stiamo perdendo la guerra”
“Nei sette giorni trascorsi da quando Putin ha annunciato la mobilitazione parziale c’è stato un considerevole esodo di russi che cercano di eludere la coscrizione. Sebbene i dati esatti non siano ancora disponibili, probabilmente il totale supera ampiamente il numero di soldati che Mosca ha messo in campo dall’inizio dell’invasione. Tra coloro che tentano di lasciare la Russia, la maggior parte sono i cittadini più ricchi e istruiti. Ciò comporterà un impatto economico estremamente significativo per l’intero Paese”. Così il Ministero della Difesa britannico nel suo aggiornamento d’intelligence.
Il New York Times, invece, ha pubblicato un articolo con presunte conversazioni intercettate di soldati russi impegnati in Ucraina. “Ci hanno dato l’ordine di uccidere tutti quelli che vediamo. Putin è pazzo. Vuole prendere Kiev, ma non possiamo farlo. La nostra offensiva si è fermata. Stiamo perdendo la guerra. Abbiamo perso mezzo reggimento, e quando tornerò a casa lascerò questo dannato esercito”. Questi alcuni scampoli di conversazione intercettati, da cui emergono frustrazione e pessimismo sull’andamento del conflitto.