All’alba del 204esimo giorno di conflitto continuano a piovere missili russi sulla regione di Zaporizhzhia, cadendo nel cuore di Gulyaipole. “Il nemico ha colpito con tre razzi S-300. Un edificio che aveva lo status di monumento storico è stato distrutto. La strada è stata danneggiata. Si aspettano informazioni sulle vittime”. La notizia è stata diramata dal presidente della regione Oleksandr Starukh via Telegram, riportata dall’agenzia di stampa Ukrainska Pravda. Nella notte tra il 27 e il 28 settembre il comando operativo meridionale ucraino ha fatto sapere di aver abbattuto due missili Kh-59 lanciati da caccia russi Su-35 sulla città di Odessa, questo si legge sul Kyiv Independent. È arrivato anche il report delle perdite tra le fila dei nemici: sarebbero 58.150 i soldati moscoviti che hanno perso la vita dall’inizio della guerra.
Kiev ha fatto sapere di aver abbattuto 2.312 i carri armati, 4.889 mezzi corazzati, 1.381 sistemi d’artiglieria, 331 lanciarazzi multipli, 175 sistemi di difesa antiaerea, 262 aerei, 224 elicotteri, 3.742 autoveicoli, 15 unità navali e 989 droni. Nel frattempo la Bulgaria e la Polonia stanno invitando tutti i loro concittadini che si trovano attualmente in Russia a lasciare con urgenza i territori, utilizzando tutti i mezzi di trasporto attualmente disponibili. Lo ha riferito il Guardian.
Kiev: “Pregiudicati russi tra i combattenti”
Intanto, “nelle forze di occupazione russe è iniziata l’accoglienza del personale chiamato alla mobilitazione parziale. Sono arrivati rinforzi per le unità del primo reggimento di carri armati, seconda divisione di fucili motorizzati del primo esercito di carri armati, che sono schierati in zone di combattimento. Non hanno svolto alcun addestramento. Persone condannate per reati penali sono arrivate a rinforzare le unità che stanno già combattendo in Ucraina“. Così si è espresso lo Stato Maggiore delle Forze armate ucraine nell’ultimo monitoraggio della guerra stilato oggi, 28 settembre.
Russia recluta soldati al confine della Georgia
La Federazione russa ha annunciato di star per inaugurare un centro di reclutamento lungo il confine con la Georgia, in modo tale da individuare proprio tra la gente in fuga dal territorio gli uomini più idonei all’arruolamento sul suolo ucraino. “Gli agenti al valico di frontiera di Verkhniy Lars saranno incaricati di convocare cittadini in età di arruolamento”, lo ha reso noto la Bbc sul suo sito, riportando fonti delle autorità locali. L’emittente internazionale ha mostrato alcune immagini satellitari in cui si vedono auto in coda per chilometri sulla frontiera caucasica.
Usa pronti a inviare armi per 1,1 miliardi di dollari
Gli Stati Uniti hanno annunciato che invieranno altri armi all’Ucraina per 1,1 miliardi di dollari, cercando di tenersi pronti all’annuncio dell’annessione del Donbass alla Russia. La notizia è stata data dall’agenzia di stampa Reuters. Gli Usa sosterranno Kiev con un carico di anti-missile Himars, munizioni, diversi tipi di sistemi anti droni radar. Il segretario di Stato americano Antony Blinken ha spiegato che hanno tutte le intenzioni di aiutare l’Europa rendendola più sicura dal punto di vista energetico con l’invio di forniture di gas liquefatto. “Valutiamo se le perdite dal gasdotto Nord Stream sono state causate da un sabotaggio”, ha aggiunto Blinken.
Ue: “Indagine urgente su sabotaggio Nord Stream”
“Gli atti di sabotaggio Nordstream sembrano essere un tentativo di destabilizzare ulteriormente l’approvvigionamento energetico dell’Ue. Abbiamo bisogno di un’indagine urgente e approfondita. Coloro che hanno perpetrato questo atto saranno ritenuti pienamente responsabili e obbligati a pagare. I nostri sforzi per diversificare l’approvvigionamento energetico rispetto al gas russo continuano“. Si legge sul profilo Twitter del presidente del Consiglio europeo Charles Michel. Quest’ultimo ha anche ribadito quanto i referendum per l’annessione del Donbass alla Russia siano “fasulli” e conseguentemente anche i risultati. “Non riconosciamo nessuno dei due”.
Onu: “Referendum si sono svolti in modo trasparente”
Anche l’Organizzazione delle Nazioni Unite si è pronunciata sui referendum nelle autoproclamate Repubbliche di Donetsk e Lugansk e nelle regioni di Kherson e Zaporizhzhia. “So che i nostri ex partner occidentali non ci ascolteranno, o meglio faranno finta di non averci ascoltati, ma i referendum si sono svolti in condizioni di eccezionale trasparenza, nel pieno rispetto di tutte le norme elettorali“. È quanto affermato da Vasily Nebenzya, rappresentante permanente della Federazione Russa all’Onu nel corso di un summit del Consiglio di sicurezza.