venerdì, 26 Aprile 2024

Guerra in Ucraina, Mosca apre al dialogo. Kiev: “Non vogliamo una nuova Minsk”. Scholz: “Nessuna scorciatoia per l’ingresso nell’UE”

La Russia si è detta pronta a riprendere i colloqui con Kiev. Ad annunciarlo, è stato direttamente il vice ministro degli Esteri, Andrei Rudenko. Ma il consigliere presidenziale ucraino, Mikhailo Podolyak, ha subito ribattuto: "Non offriteci un cessate il fuoco. È impossibile senza il ritiro totale delle truppe russe".

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“Putin crede ancora di poter imporre un diktat. L’Ucraina non accetterà una pace del genere. E noi neppure”. Queste le parole del cancelliere tedesco Olaf Scholz, al Bundestag. La Russia, intanto, si è detta pronta a riprendere i colloqui con Kiev. Ad annunciarlo, è stato direttamente il vice ministro degli Esteri, Andrei Rudenko. Ma il consigliere presidenziale ucraino, Mikhailo Podolyak, ha subito ribattuto: “Non offriteci un cessate il fuoco. È impossibile senza il ritiro totale delle truppe russe. Non vogliamo una nuova Minsk. La guerra tornerebbe tra pochi anni”.

Kuleba: “L’ambiguità strategica di alcune capitali europee deve finire”

Il ministro degli Esteri ucraino, Dmytro Kuleba, invece, ha lamentato il trattamento di seconda classe che la sua Nazione avrebbe subito da altri Paesi europei dopo che il cancelliere tedesco si è detto contrario ad una procedura di adesione accelerata di Kiev all’Unione Europea. “L’ambiguità strategica sulla prospettiva europea dell’Ucraina praticata da alcune capitali UE negli anni passati è fallita, e deve finire”, ha detto. “Ciò non ha fatto altro che imbaldanzire Putin, e ferire i sentimenti del nostro popolo”.

Scholz: “Nessuna scorciatoia per l’Ucraina. È una questione di lealtà nei confronti dei Paesi dei Balcani”

Scholz, infatti, ha dichiarato di non essere favorevole a tale processo. “Il fatto che non ci sia alcuna scorciatoia per l’Ucraina è una questione di lealtà nei confronti dei sei Paesi dei Balcani occidentali che appartengono all’Unione Europea”, ha affermato. “L’Ucraina appartiene alla famiglia europea, ma il suo ingresso non è una questione di alcuni mesi o di alcuni anni. Perciò, preferiamo concentrarci nel sostenerla in modo pragmatico e veloce”.

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