"Ho avuto un processo di resurrezione politica incredibile". Queste le prime parole di Lula dopo la vittoria. "Sono qui per governare questo Paese in un momento particolarmente difficile. Sono certo che insieme riusciremo a trovare le risposte giuste".
Dall'ultimo confronto prima del ballottaggio sono emerse poche proposte in merito ai temi caldi che infiammano la politica carioca. Al contrario, è andato in scena un serrato botta e risposta che potrebbe soltanto aver ulteriormente contribuito a disorientare gli elettori.
L'ultima volta che i due si sono ritrovati faccia a faccia in un dibattito pubblico è stato lo scorso 17 ottobre, quando non sono mancate sferzanti accuse sia da una parte che dall'altra. A due giorni dal ballottaggio, è netta la distinzione tra le rispettive proposte politiche delle due coalizioni che andranno a sfidarsi.
Nella giornata di ieri il candidato socialista ha ricevuto una mail in cui si affermava che sarebbe stato ucciso nel corso di una sparatoria nella sede dell'Istituto Lula di San Paolo. Non è la prima volta che minacce di questo stampo raggiungono l'ex Presidente brasiliano.
Gli Stati Uniti hanno consegnato all'Ucraina i primi due sistemi missilistici antiaerei NASAMS, a corto e medio raggio. Il presidente israeliano, Itzhak Herzog, intanto, in visita negli Stati Uniti, ha presentato al pubblico americano alcune fotografie che confermerebbero l'uso di UAV iraniani in Ucraina.
Da una parte all'altra della barricata si sono contrapposte due fazioni ben distinte. Territorialmente la zona più a Nord del Paese compatta nella scelta del candidato socialista e quella più a Sud fedele all'attuale Presidente in carica. Socialmente, con la fetta di popolazione più facoltosa stretta intorno a Bolsonaro e quella meno abbiente unita nell'indicazione di Lula.
I sondaggi, fino a questo momento, danno ultrafavorito il candidato socialista. Ma Bolsonaro ha già dimostrato, come accaduto nel primo turno, di possedere mezzi e risorse necessarie per smentire gli algoritmi. La posta in palio riguarda tutti, non solo il Brasile.
Smontare la retorica sciatta del bracciante che ce l'ha fatta, e che sposa il mito neoliberista della meritocrazia tanto cara anche a vasti settori del centrosinistra, è il primo passo da compiere per non incorrere nell'errore di trasformare un uomo di lotta attiva come Soumahoro in una figurina buona per ogni circostanza.
Numerose realtà sociali si sono radunate questa mattina nelle principali piazze italiane. L'obiettivo dei manifestanti è quello di portare avanti una serie di iniziative per far fronte ai livelli insostenibili raggiunti dal carovita in Italia.
Si annuncia senza sosta la protesta di imprese, cittadini e commercianti contro il caro energia. Quella andata in scena è probabilmente solo la prima tappa di una protesta molto più che simbolica; una nuova protesta è infatti già prevista per giovedì 13 ottobre.