Se vogliamo schierarci con gli ucraini, e ridimensionare il potere di Putin, dobbiamo schierarci anche contro petrolio e gas. Perché il controllo delle forniture è una delle armi principali della Russia, convinta che gli europei cederanno quando dovranno spendere il doppio per riscaldare le proprie case.
Poco prima che Putin scatenasse la guerra, il presidente americano Biden ha firmato l'ordine esecutivo che permette di destinare una metà dei beni congelati della banca afgana, 3 miliardi e mezzo di dollari, ai familiari delle vittime delle Torri Gemelle. Le conseguenze si vedranno, mentre già si contano i profughi ucraini.
La paura di morire, in una guerra assurda come assurde sono tutte le guerre, accomuna russi e ucraini. Riconoscersi nelle stesse paure rende umani, rende simili, avvicina, perché solo la conoscenza genera coscienza.
Le conseguenze dell’invasione russa dell’Ucraina si delineano sempre più devastanti dal punto di vista umanitario. Ma i suoi effetti colpiranno in maniera non trascurabile anche per il pianeta.
Putin ha deciso di giocarsi la carta del genocidio dei russofoni del Donbass da parte degli Ucraini. Nessuno, ormai, sottovaluta il rischio di un attacco. Gli Ucraini sono pronti a difendere il proprio Paese e Kiev.
Quello che da anni i politici portano avanti sul tema “ambiente”, è un'assurda discussione sul se salvarci o meno dal collasso climatico. Eppure, la sopravvivenza della vita sulla terra non dovrebbe essere questione di dibattito, tanto meno di compromessi.
Gli aiuti internazionali sono sospesi. Gli USA hanno congelato i 9,5 miliardi di dollari della banca centrale afgana. La forte siccità ha compromesso i raccolti. Intere famiglie per riuscire a comprare il poco cibo a disposizione vendono tutto ciò che possiedono. Anche i figli.
La Russia non ha più spazio per arretrare e questa condizione la rende sempre più disposta a correre rischi maggiori, come dispiegare al confine dell'Ucraina il più grande numero di militari dal 1989, per scatenare una guerra.
Essere difensori dell'ambiente, in Colombia, significa accettare il rischio di perdere la vita. Breiner David Cucuñame López è morto a 14 anni, ucciso sotto gli occhi di suo padre dai miliziani delle vecchie Farq, mentre pattugliava la riserva Nasa con la guardia indigena.
Eventi meteorologici estremi condizionano sempre più la domanda e l'offerta di gas. La transizione ecologica funziona a singhiozzo e Bruxelles teme che i governi nazionali, alle prese con gli effetti sociali dei rincari, rallentino il passaggio all'energia pulita.