L'Europa chiude un occhio, e anche l'altro. Così, gas e nucleare finiscono nella lista delle energie green. Il concetto di sostenibilità, rimodellato e adattato agli interessi economici dell'Europa, non ha più a cuore le generazioni future. Se ne frega.
Il 2021 si posiziona tra il quinto e il settimo posto nella classifica degli anni più caldi. Negli ultimi 12 mesi, sulla Terra si sono registrati disastri ambientali e numerosi fenomeni meteorologici estremi: cause e conseguenze di questa crisi senza precedenti.
Tutto inizia come una normale storia d'amore. Un incontro, un colpo di fulmine, poi la convivenza o il matrimonio. Ma nel frattempo, non ci si accorge che determinati comportamenti portano sempre più vicino alla circonvenzione, al condizionamento.
In Bielorussia, un bambino di un anno, siriano, è morto assiderato mentre i genitori tentavano disperatamente di oltrepassare il confine per regalargli un futuro migliore. Il problema non si risolverà mai perché i migranti non sono i benvenuti in Europa.
Tra inviti e solleciti, G20 e Cop26 si sono rivelati un fallimento. Le dichiarazioni conclusive sono vaghe e innacquate. Nessuna conferenza sul clima potrà mai essere utile, se diventano incontri per negoziare i propri interessi.
A pagare le conseguenze dei disaccordi saranno i paesi più poveri, i più colpiti dalle conseguenze del cambiamento climatico. Quando i problemi sono lontano da noi, non ci toccano. Ma stavolta, però, stanno facendo un grave errore di valutazione.
Il videoclip è stato presentato, ieri, in anteprima a Glasgow per chiedere ai grandi della terra della Cop26 un cambiamento radicale nella lotta al global warming. Proprio nel giorno dedicato ai giovani.
Il comitato giovanile Youngo ha presentato la sua Dichiarazione per il clima: priorità alle azioni per il finanziamento climatico, per la mobilità sostenibile e alla protezione della fauna selvatica.
L'accordo prevede una spesa di quasi 20 miliardi di dollari. Il documento è stato sottoscritto dai paesi che ospitano l'85% delle foreste de mondo. Ma la strada verso la diminuzione delle emissioni è ancora la lunga.
L'11 marzo 2020 l'OMS dichiarava PANDEMIA il virus Covid-19. Un anno e 8 mesi dopo, le persone che hanno perso la vita sono oltre 5 milioni. Perché qualcuno ha usato la parola pandemia con leggerezza e disattenzione.