Chiunque si sia sottoposto a un tampone in farmacia e uno in una postazione Asl conosce bene la differenza. L'ultima volta che me l'ha fatto un operatore addetto appositamente a questo compito ho pianto 20 minuti. Figurarsi fatto da soli. La catena di controllo va a farsi benedire.
Ha ignorato le ripetute proteste degli altri spettatori, in sala si sono vissuti momenti di tensione ed è dovuto intervenire il personale. Tutto solo per non mettere la mascherina.
Intervistato nel giorno in cui riprendono le lezioni tra polemiche e proteste, il ministro dell'Istruzione si è presentato con la mascherina su naso e bocca, ma indossata capovolta, come si nota dal nasello metallico sotto al mento. Meglio di quelli che ancora lasciano il naso scoperto, ma siamo in pandemia da due anni.
"Nessuno si aspetta l'inquisizione spagnola" dicevano i Monty Python. Il 2021 è stato caratterizzato dai femminicidi, ma aspettavamo la parità di genere e il riconoscimento dei diritti alle minoranze, è stato funestato dalle morti sul lavoro, quando auspicavamo la cultura della sicurezza, ha decretato il fallimento delle politiche planetarie per l'ambiente. Forse è il caso di desiderare il contrario di quanto sperato.
Come ogni anno ci ritroviamo il 25 novembre a rimarcare il nostro sdegno contro qualcosa che non ci appartiene ma che inevitabilmente accade, qualcosa che combattiamo ogni giorno, ognuno a suo modo, chi con l’impegno politico, chi con quello sociale, chi con la propria arte.
Ci sono mille modi di declinare la violenza sulle donne, per il carnefice si tratta solo di trovare quello utile allo scopo.. In politica come in tutti gli altri ambiti, la donna oggetto è buona per tutte le stagioni e per tutte le cause. Che si tratti di vincere una elezione, o di fargliela perdere. A Washington, con Kamala Harris, come in Puglia.
Con la redazione quasi tutta al femminile abbiamo deciso di dedicare uno speciale al tema del giorno. Tutti pezzi a firma per trattare la violenza sulle donne da altrettanti punti di vista diversi, non necessariamente condivisibili e condivisi, sicuramente personali, come richiede un argomento così delicato e strettamente soggettivo.
Papà Giuseppe è stato rimandato a casa dai medici, per lui non c'è più nulla fare; Sabina, anche con l'aiuto dell'altra figlia, non riesce ad accudirlo e vorrebbe avere suo figlio Nicola accanto, ma le 11 istanze di trasferimento da Firenze in Puglia fin qui presentate sono state tutte respinte.
Quegli applausi festosi, quelle mani che sbattono con foga una sull'altra, sono schiaffi in faccia ai figli omosessuali che non si aprono perché non se la sentono di fare coming out. Si vergognano. Per colpa di senatori così.