sabato, 20 Aprile 2024

Giornata contro la violenza sulle donne, un questionario anonimo per non diventare dei numeri

La ricorrenza del 25 novembre deve essere solo l'inizio di un percorso di consapevolezza e cambiamento. Il Quotidiano Italiano ha deciso di lanciare un questionario anonimo per tutte le donne che hanno subito e continuano a subire violenza, che sia verbale, fisica, sessuale, psicologica.

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In una società che dovrebbe mostrare l’evoluzione dell’essere umano, esistono molte realtà che fanno rabbrividire e, soprattutto, c’è un’omertà spaventosa, un po’ per la paura del giudizio, un po’ per una mentalità retrograda proveniente da generazioni che non riescono a stare al passo con i cambiamenti sociali del XXI secolo. Chi pensa che con la “Giornata contro la violenza sulle donne” l’argomento si esaurisca si sbaglia. Oggi iniziamo un percorso per entrare ancora di più nell’orrido mondo della violenza di genere, cercando di capire quali sono gli ambiti in cui le donne si sentono in qualche modo violate. Non si parla solo di stupro o aggressioni verbali, ma anche di violenze psicologiche, stalking, mobbing, violenze domestiche.

Nella Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza sulle donne, il tema è talmente sotto gli occhi di tutti da passare addirittura inosservato. “Lo davo per scontato”, è la risposta disarmante ricevuta più volte stamattina alla domanda: “Cosa sta succedendo oggi?”, “Quali sono le notizie importanti questa mattina?”. L’essere umano si abitua a tutto. Il Covid non fa più notizia, la guerra in Ucraina idem, la fame nel mondo, l’emergenza clima… l’elenco è lungo. Da quando esiste Il Quotidiano Italiano – edizione nazionale, abbiamo deciso di dedicare ampio spazio al tema, ne scriviamo purtroppo tutti i giorni: la minorenne stuprata in auto dopo una serata a base di alcol e droga, il padre di famiglia che picchia la figlia e infila la testa della moglie nel forno, la studentessa molestata da un anziano appostato all’uscita di scuola, il recupero del corpo che si pensa sia di Saman Abbas, la donna insultata via social dall’ex compagno perché non riuscivano ad avere un bambino, la madre uccisa a coltellate dal figlio dopo una lite, la ragazzina molestata da un custode che aveva offerto riparo per la notte a lei e ai suoi amici. E queste sono solo le notizie di ieri, non tutte perché chissà quante altre ci sono sfuggite.

Oggi abbiamo già un’84enne picchiata dal figlio fino a spaccarle la mascella, una minacciata di morte dall’ex “geloso” e un’altra 29enne spiata dall’ex appostato tra i rovi con falcetti e coltelli, ma non siamo nemmeno a metà giornata. Insomma, a quanto pare la violenza sulle donne sembra interessare più gli operatori sociali, le Forze dell’Ordine, e la stampa, quest’ultima spesso sul banco degli imputati per la narrazione: non accettava la fine della relazione… accecato dalla gelosia… ubriaco e drogato la pesta a sangue… esempi di titoli che a nostro parere non giustificano, non giudicano, ma semplicemente raccontano i fatti. La fredda cronaca insomma.

Abbiamo deciso di lanciare un questionario anonimo per tutte quelle donne che si sono rivolte ad associazioni femminili, ma in particolare per tutte coloro che non hanno avuto il coraggio di chiedere aiuto e rivolgersi alle autorità per farsi tutelare, per tutte quelle donne che ancora oggi si domandano se sia giusto che il proprio uomo le tratti come schiave al loro comando, che il padre o il familiare abusi di loro. Essere insultate, degradate, picchiate, umiliate non è la normalità e non deve diventarlo. È difficile, ma bisogna trovare la forza e il coraggio per togliere il velo da queste realtà, per migliorare la propria esistenza. Invitiamo quindi tutte le donne che hanno subito o continuano a subire torti e violenze a dedicare qualche minuto del loro tempo al questionario di seguito, per fare luce, nelle prossime settimane, sulla reale situazione della violenza di genere in Italia. Il questionario può essere compitato qui. Crediamo che debba essere condiviso con madri, sorelle, cugine, conoscenti e perfette estranee perché di violenza sulle donne si continui a parlare e perché nessuna resti mai più un numero.

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