venerdì, 26 Aprile 2024

Profughi veri e profughi finti, la geopolitica di Salvini: spalanca le porte e chiude i porti

Secondo Salvini quelli ucraini sarebbero profughi veri perché fuggono da un conflitto reale. Paesi come Yemen, Mali, Siria, Libia, Etiopia, Camerun, Afghanistan, Palestina stanno affrontando le catastrofiche conseguenze di conflitti in corso da anni.

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Lo aveva già detto giovedì in seconda serata a Porta a Porta, lo ha ripetuto al Senato dopo l’informativa del premier Draghi sulla guerra in Ucraina. “L’Italia ha il dovere di spalancare le porte a chi scappa dalla guerra vera. Ai profughi veri”. Se i libri di storia di Umberto Bossi mancavano dei capitoli sull’Italia unita, quelli di Matteo Salvini hanno più di una falla, o più semplicemente, tra una pizza in compagnia di Silvio Berlusconi e l’altra, ha dimenticato di accendere la televisione. “Spesso si parla di profughi finti che scappano da guerre finte, questi sono profughi veri in fuga da una guerra vera”, ha detto fra gli applausi scroscianti dei suoi aridi sostenitori di Palazzo Madama.

Dunque, per il leader del Carroccio, esistono profughi veri – quelli di serie A messi in fuga dall’uomo per il quale qualche tempo fa avrebbe dato ben due Sergio Mattarella – e profughi finti, in fuga da guerre che non esistono. Eppure, ci sembrava che Paesi come Yemen, Mali, Siria, Libia, Etiopia, Camerun, Afghanistan, Palestina stessero affrontando le catastrofiche conseguenze di conflitti in corso da anni. Forse ci sbagliavamo. Forse le centinaia di migliaia di profughi che da anni perdono la vita per raggiungere il sogno dell’Unione Europea non stanno realmente scappando dai colpi di mortaio, dalle mine antiuomo, dallo stupro e dalla fame; sono solo viaggiatori low cost un po’ distratti. O almeno questo pensa Matteo Salvini. Oppure, probabilmente, ancora una volta l’ex fan dell’Orso e i suoi amici stanno sponsorizzando il doppio standard targato Lega.

Il razzismo umanitario di Salvini è certamente più puntuale di quando il senatore meneghino doveva presenziare alle sedute dell’Europarlamento. Ad agosto si era già fatto paladino dei corridoi umanitari per accogliere gli afghani; non tutti però: “donne e bambini in pericolo certamente sì. Porte aperte per migliaia di uomini, fra cui potenziali terroristi, assolutamente no”. Nella concezione di Salvini e dei salvinisti, evidentemente la pericolosità dello straniero si misura in base all’incarnato della pelle. Tra gli ucraini fuggiti dal dispotismo cronico di Vladimir Putin potrebbe esserci uno dei modelli usati dalla destra per incutere negli italiani il timore dello straniero, dell’extracomunitario; ma il segretario federale della Lega lo ignora.

Con questo, ovviamente, non s’intende assolutamente insinuare malignamente un sospetto o un’accusa sulla condotta dei profughi ucraini, ma il doppio standard di Matteo Salvini è evidente; come lo sono i due pesi e due misure usate dai Paesi che fino a qualche mese fa usavano i profughi afghani e iracheni come un’arma, lasciandoli all’ombra di un muro senza diritti, mentre oggi accolgono a braccia aperte i vicini di casa. Ciò che non sembra chiaro è che chi è in fuga da un Paese in conflitto è un profugo, chiunque. Se nel 2022 è assurdo che ci siano ancora guerre, è altrettanto aberrante dover precisare che non esistono profughi veri e profughi finti, originali o taroccati.

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