La violenza contro le donne è un pozzo pesto senza fondo. Quel "buco nero" è tappezzato di libertà monche come il diritto all'aborto, sancito in Italia dalla legge 194 del 1978, ma minato dall'obiezione di coscienza. Ne abbiamo discusso con Caterina Botti, docente di Filosofia morale all'Università La Sapienza di Roma.
Nella giornata di oggi 6 dicembre, la Corte d'appello ha condannato il Comune di Calcinato per aver rimpiazzato due donne, dipendenti del Municipio. che si erano unite in rito civile nel 2020. Per il tribunale si è trattato di "Condotta discriminatoria".
A quasi vent'anni dalla morte di Monica Ravizza, la mamma ci ha raccontato dello sguardo profondo di sua figlia e della ferita non rimarginabile di chi resta, una voragine da cui ha trovato la forza e il coraggio di far sgorgare "Difesa Donne: Noi ci siamo", acqua limpida per tutte quelle madri e figlie imprigionate in relazioni tossiche.
Tre donne con storie di violenza intrise di terrore e senso di colpa, accomunate dall'incontro di esseri infimi incapaci di amare, accecati dal possesso e dalla più marcia virilità. Tre madri che hanno trovato la forza di denunciare guardando negli occhi i loro figli.
Il 33enne è stato condannato per maltrattamenti aggravati e reiterati, nonché lesioni pluriaggravate nei confronti della sua ex convivente. L'uomo è stato portato in carcere.
Una delle due rapinatrici avrebbe ipnotizzato la vittima, fissandola intensamente, parlandogli, gesticolando e mettendogli un oggetto nero nella mano. Così l'avrebbe reso "incapace di reagire e opporsi".
Dopo le accuse di Sinistra Italiana riguardo l'aborto, l'Assessorato alla Salute dell'Umbria risponde: "È una denuncia grave che lede i diritti delle donne. Circostanziate i fatti in modo da poter effettuare le opportune verifiche".
Erika e Chiara, mamme di due bimbi, vivono in Emilia Romagna e in Puglia. Le loro storie descrivono un'Italia a due facce, raccontano di come il sistema sanitario e la routine della maternità sia così diversa a soli 700 chilometri di distanza.
Il Papa ha nominato tre donne al Dicastero per i Vescovi. Si tratta di suor Raffaella Petrini, suor Yvonne Reungoat e Maria Lia Zervino, che saranno coinvolte nell'elezione dei nuovi pastori diocesani.
Ogni donna deve avere il diritto di non voler diventare madre. Distruggere il luogo comune dell'orologio biologico e del pregiudizio del "per sentirsi completa bisogna fare un figlio" è un primo passo per concedere al mondo femminile un nuovo potere: essere felice.