Un presidente sconfitto afferma, senza alcun fondamento di verità, che l’elezione è stata truccata. Fomenta i suoi sostenitori per mesi accusando il nuovo governo di frode e – a un certo punto – una folla inferocita fa irruzione nel Congresso. Assaltano la Polizia e vandalizzano la sede del governo nazionale, minacciando le istituzioni democratiche del paese. Le somiglianze tra la folle violenza di domenica 8 gennaio in Brasile e l’attacco al Campidoglio degli Stati Uniti del 6 gennaio 2021 sono evidenti.
Come Capitol Hill
Jair Bolsonaro, l’ex presidente del Brasile, aveva cercato per mesi di minare i risultati di un’elezione che ha perso, più o meno allo stesso modo di Donald J. Trump dopo la sconfitta nelle elezioni presidenziali del 2020. Gli alleati di Trump, che avevano contribuito a diffondere falsità sulle elezioni del 2020, si sono rivolti a seminare dubbi sui risultati delle elezioni presidenziali brasiliane di ottobre. Gli sforzi del leader di destra Bolsonaro e dei suoi alleati sono culminati in un tentativo, per quanto poco plausibile, di ribaltare i risultati delle elezioni brasiliane e riportare al potere l’ex presidente. Più o meno allo stesso modo dell’assalto a Capitol Hill, la folla che si è abbattuta su Brasilia ha sopraffatto la Polizia lungo il perimetro dell’edificio che ospita il Congresso ed è entrata nelle sale del potere, rompendo le finestre, prendendo oggetti di valore e posando per le foto in edifici legislativi abbandonati.
La reazione di Lula
Il presidente brasiliano Luiz Inácio Lula da Silva ha visitato, poche ore fa, il palazzo presidenziale che porta ancora i segni della giornata di violenza politica nella capitale dello stato carioca. Brasilia è stata teatro dell’irruzione da parte di migliaia di supporters di estrema destra nelle istituzioni democratiche del paese nel tentativo fallito di rovesciare il nuovo governo. Lula non era a Brasilia al momento dell’attacco, ma ha tenuto un discorso in cui ha accusato Bolsonaro per il caos creato e ha promesso che “chiunque sia stato coinvolto sarà punito“. Ha definito “vandali, neofascisti e fanatici” coloro che hanno preso parte agli attacchi e ha prontamente ordinato un intervento federale nella capitale, mettendo la Polizia sotto il controllo del governo centrale.
Decreto assinado por Lula para intervenção federal no Distrito Federal. #EquipeLula pic.twitter.com/1gHjIuDGLf
— Lula (@LulaOficial) January 8, 2023
Dichiarazioni a caldo
“Quello a cui stiamo assistendo è un attacco terroristico“. Lo ha annunciato il conduttore Erick Bang sulla rete televisiva GloboNews quando si è sparsa la voce dell’assalto. “I tre edifici sono stati invasi da terroristi golpisti“, ha proseguito. “È stato molto peggio di quello che è successo al Campidoglio“, ha detto domenica sera l’ex giudice della corte suprema Marco Aurélio Mello. La Polizia successivamente ha effettuato almeno 300 arresti relativi all’attacco. Alcuni video postati sui social hanno mostrato militanti pro-Bolsonaro che si precipitavano sulla rampa del Palácio do Planalto, gli uffici presidenziali, che vagavano per i corridoi dell’edificio e vandalizzavano la vicina corte suprema, le cui finestre erano state distrutte.
URGENTE: Invasores quebram vidraças da chapelaria do Congresso e invadem a Câmara dos Deputados. Extremistas já estão no Salão Verde e nos anexos do prédio. Também houve invasão ao Palácio do Planalto. Presidente Lula não está no local. pic.twitter.com/lP91pLqTuf
— Renato Souza (@reporterenato) January 8, 2023
I video pubblicati sui social media mostrano gli incendi che ardevano all’interno del palazzo dei congressi. Mobili rotti e lanciati in giro, oggetti rubati nel palazzo presidenziale e nella corte suprema, e in alcuni luoghi gli irrigatori sembravano bagnare le camere. “Stanno lanciando sedie dalle finestre“, ha detto un altro sconcertato commentatore di GloboNews, Eliane Cantanhêde. “Stanno distruggendo edifici pubblici“.