Jair Bolsonaro, ex presidente del Brasile, ha cercato per mesi di minare i risultati di un'elezione che ha perso, più o meno allo stesso modo di Donald J. Trump dopo la sua sconfitta nelle elezioni presidenziali del 2020. Lula, presidente in carica, ha visitato il palazzo dopo l'assalto e ordinato al governo federale di assumere il controllo della Polizia nella capitale Brasilia.
La giornata di oggi è l'ultima occasione di lavori tematici per discutere di possibili soluzioni per affrontare le sfide poste dal cambiamento climatico. Per domani, giorno conclusivo della Conferenza, ci si attendano dichiarazioni ufficiali condivise dai delegati delle Nazioni intervenute.
Accolto dalla folla al ritmo di "Ole, ole, ole, ola, Lula, Lula" sia nel suo intervento della mattina che nel discorso ufficiale pomeridiano, il neopresidente ha ribadito più volte che "il Brasile è tornato". L'Amazzonia e l'importanza della sua preservazione insieme alla proposta di organizzare la Cop30 in Brasile tra i punti principali del discorso.
Argomento dei lavori odierni della Conferenza sarà la Biodiversità, fortemente compromessa dal cambiamento climatico. A rischio oltre 1 milione di specie animali e vegetali in tutto il mondo.
"Ho avuto un processo di resurrezione politica incredibile". Queste le prime parole di Lula dopo la vittoria. "Sono qui per governare questo Paese in un momento particolarmente difficile. Sono certo che insieme riusciremo a trovare le risposte giuste".
Dall'ultimo confronto prima del ballottaggio sono emerse poche proposte in merito ai temi caldi che infiammano la politica carioca. Al contrario, è andato in scena un serrato botta e risposta che potrebbe soltanto aver ulteriormente contribuito a disorientare gli elettori.
L'ultima volta che i due si sono ritrovati faccia a faccia in un dibattito pubblico è stato lo scorso 17 ottobre, quando non sono mancate sferzanti accuse sia da una parte che dall'altra. A due giorni dal ballottaggio, è netta la distinzione tra le rispettive proposte politiche delle due coalizioni che andranno a sfidarsi.
Nella giornata di ieri il candidato socialista ha ricevuto una mail in cui si affermava che sarebbe stato ucciso nel corso di una sparatoria nella sede dell'Istituto Lula di San Paolo. Non è la prima volta che minacce di questo stampo raggiungono l'ex Presidente brasiliano.
Da una parte all'altra della barricata si sono contrapposte due fazioni ben distinte. Territorialmente la zona più a Nord del Paese compatta nella scelta del candidato socialista e quella più a Sud fedele all'attuale Presidente in carica. Socialmente, con la fetta di popolazione più facoltosa stretta intorno a Bolsonaro e quella meno abbiente unita nell'indicazione di Lula.
I sondaggi, fino a questo momento, danno ultrafavorito il candidato socialista. Ma Bolsonaro ha già dimostrato, come accaduto nel primo turno, di possedere mezzi e risorse necessarie per smentire gli algoritmi. La posta in palio riguarda tutti, non solo il Brasile.