mercoledì, 1 Maggio 2024

Elezioni in Brasile, popolo con Lula e super ricchi con Bolsonaro: cronaca di un Paese diviso

Da una parte all'altra della barricata si sono contrapposte due fazioni ben distinte. Territorialmente la zona più a Nord del Paese compatta nella scelta del candidato socialista e quella più a Sud fedele all'attuale Presidente in carica. Socialmente, con la fetta di popolazione più facoltosa stretta intorno a Bolsonaro e quella meno abbiente unita nell'indicazione di Lula.

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“El pueblo unido jamas sera vencido”, recitava una strofa degli stornelli rivoluzionari dei Paesi sudamericani in lotta contro le dittature militari del secondo Novecento. “Il popolo unito non sarà mai vinto”. Così non è stato in Brasile, nel 2018, quando, con lo sfidante Lula Da Silva fuorigioco, il leader ultraconservatore Jair Bolsonaro si è assicurato la vittoria delle elezioni presidenziali. Così non è stato nemmeno lo scorso 2 ottobre, in occasione del primo turno di spoglio elettorale tra i soliti noti. Mai come in questo caso, per giunta, il popolo carioca si è dimostrato tanto diviso al suo interno.

Da una parte all’altra della barricata, infatti, si sono contrapposte due fazioni ben distinte: territorialmente, con la zona più a Nord del Paese compatta nella scelta del candidato socialista e quella più a Sud fedele all’attuale Presidente in carica; e socialmente, con la fetta di popolazione più facoltosa stretta intorno a Bolsonaro e quella meno abbiente unita nell’indicazione di Lula. La frattura sociale del popolo brasiliano è nota e ben marcata. Ciò che sorprende, però, in questo caso, è il netto divario tra le contrapposte sfere d’influenza su cui hanno attecchito le politiche antitetiche dei due sfidanti.

Il Nord con Lula e il Sud con Bolsonaro: le ragioni della frattura

Se l’alta finanza locale e internazionale ha sposato appieno la causa del leader liberale, gli ambienti operai e universitari si sono invece compattati nella scelta del suo avversario storico. In più occasioni, durante la campagna elettorale, suddette fasce della popolazione hanno espresso il proprio dissenso nei confronti del governo in carica con cortei e manifestazioni pacifiche a cui sono seguiti i duri provvedimenti governativi del Presidente. D’altro canto, Bolsonaro ha fatto leva sull’esplicito appoggio di gran parte delle superstar brasiliane in giro per il mondo. Il leader paulistano ha chiamato a raccolta numerosi cantanti e sportivi vicini alla sua causa e ciò, soprattutto grazie all’influenza che suddette figure esercitano sull’immaginario collettivo nazionale, gli ha permesso di risalire la china e di riavvicinarsi nei sondaggi al suo avversario.

Alla base di questa crepa ci sono, tuttavia, le scelte attuate da Bolsonaro nel corso dei suoi quasi quattro anni di mandato. Su tutte, quella di favorire politiche ultraliberiste a vantaggio delle grandi multinazionali, soprattutto nell’ambito dell’estrazione petrolifera, e a danno, naturalmente, di vasti settori della popolazione urbana. Nella divisione così netta e dicotomica che ha caratterizzato il primo turno elettorale e che ha portato al ballottaggio del 30 ottobre, ha pesato inoltre l’assenza di altri schieramenti, oltre ai due attualmente in corsa, in grado di presentarsi competitivi sulla scena politica nazionale e di catalizzare parte dell’elettorato brasiliano, che ha finito per spaccarsi in due tronconi quasi equipollenti.

Aspettative di vittoria a meno di una settimana dal voto

Quanto inciderà, a meno di una settimana dal voto, la propaganda elettorale che entrambi i leader e i rispettivi entourage stanno esercitando sulla popolazione sarà soltanto l’urna a stabilirlo. Quel che ad oggi si può, invece, già constatare, è che il prossimo Presidente eletto della Repubblica Federale Brasiliana, in ogni caso, andrà a rappresentare un Paese i cui interessi sono attualmente non solo distanti, ma addirittura opposti tra loro. Bolsonaro ha già dimostrato di arrancare visibilmente alla guida di una Nazione che fatica a mettersi al passo con i tempi che corrono. E Lula, che pure ha ricevuto elogi da tutto il mondo per il suo precedente mandato, sa bene che lo scenario geopolitico internazionale è estremamente mutato rispetto ai primi anni 2mila.

Intanto, dopo gli accesi diverbi che hanno caratterizzato gli ultimi confronti pubblici tra i due, quello del prossimo 28 ottobre potrà chiarire definitivamente, quantomeno, chi arriva al ballottaggio con maggiori chances di spuntarla, e chi, col beneficio del dubbio, sarà maggiormente in grado di assicurare al Brasile un futuro più solido nel complesso ingranaggio multipolare di questo delicato frangente storico.

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