venerdì, 26 Aprile 2024

“A perenne ricordo”, la Tragedia del Mottarone un anno dopo

Un anno dopo la tragedia della funivia del Mottarone, l'inchiesta per accertarne le responsabilità è ancora aperta. Quattordici vite spezzate e un unico sopravvissuto: il piccolo Eitan.

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Era il 23 maggio 2021, oggi come un anno fa, poco dopo mezzogiorno, quando la cabina numero 3 della funivia del Mottarone, che stava salendo in cima alla valle di Stresa, è precipitata nel vuoto. Nell’aria è risuonato soltanto un forte boato, mentre brandelli di vita si spargevano ovunque. Quattordici vittime, quattordici vite: solo il piccolo Eitan Biran, di 5 anni, sopravvive.

L’incidente

Il 23 maggio a Stresa è una domenica di sole, la funivia che collega il lido del Lago Maggiore alla vetta del monte Mottarone è in movimento dalle 9:30. Dopo una lunga chiusura causa covid, l’attività dell’impianto ha ripreso a pieno regime da un mese, a fine aprile. Verso le 12:30, a pochi metri dalla stazione del monte, la fune traente della funivia si spezza improvvisamente causando il distacco di una delle cabine, la numero 3. La cabina torna indietro appesa al cavo portante prendendo velocità, sbatte contro uno dei piloni del tracciato e precipita inesorabilmente al suolo. Dopo una caduta di oltre 20 metri, rimane incastrata nella boscaglia, isolata da tutto.

Iniziano le telefonate alle centrali operative, soccorsi ed elicotteri partono da ogni dove per raggiungere un posto talmente inagibile che anche gli alberi fanno fatica a stare in piedi. I soccorritori intervengono, facendosi carico dello straziante bilancio dei morti che si aggrava di minuto in minuto. Inizialmente si parla di 6 morti, poi di 8, poi di 10 ma alla fine il totale è di 14 vittime. Tredici persone muoiono sul colpo mentre due bambini vengono trasferiti in condizioni disperate all’Ospedale Regina Margherita di Torino. Il primo è Mattia Zorloni, di 5 anni, che muore in serata. L’altro bambino è Eitan Biran che, al termine della tragedia di cui diventa simbolo, è l’unico sopravvissuto, grazie all’abbraccio del padre. Nello schianto il piccolo Eitan perde tutta la famiglia. Il padre, Amit Biran, 30enne, la madre, Tal Pelag, 26enne e suo fratello minore Tom, di 2 anni, oltre che i bisnonni, Itshak Cohen, di 82 anni e Barbara Cohen Konisky, di 71 anni.

Le indagini e il processo

Subito dopo i soccorsi, arriva al Mottarone il procuratore capo di Verbania, Olimpia Bossi, che dispone il sequestro dell’impianto della funivia. Il magistrato conferma che la causa dello schianto è la rottura del cavo traente, “spezzato di netto“. Il procuratore informa quindi che si procede per omicidio colposo plurimo e lesioni colpose. Già dai primi istanti si parla di responsabilità umana nell’accaduto, in quanto la fune che reggeva la cabina si è spezzata, ma il freno che avrebbe dovuto bloccarla non è entrato in funzione. La pima ipotesi della procura di Verbania è che siano stati inseriti volontariamente dei forchettoni per bloccarlo,  poi effettivamente ritrovati in seguito.

Vengono arrestati il gestore dell’impianto Luigi Nerini, il direttore di esercizio Enrico Perocchio e il caposervizio Gabriele Tadini, quasi subito però scarcerati dal gip, che smonta le tesi della Procura. Dalla decisione, nasce un vero e proprio conflitto tra Giudici che si conclude con la sostituzione dello stesso gip, mentre gli indagati vengono prima posti ai domiciliari e poi nuovamente liberati. La prima udienza del processo è fissata per il 14 luglio, entro il 30 giugno verranno depositate le perizie. La cabina è rimasta sul posto fino all’8 novembre, giorno in cui i Vigili del Fuoco hanno lavorato per rimuoverla con un elicottero. Nel frattempo sono continuate indagini e sopralluoghi, ultimo dei quali avvenuto il 12 maggio scorso. Parallelamente alla vicenda per il disastro del Mottarone, è in corso un’altra battaglia giudiziaria per l’affidamento del piccolo Eitan.

Anniversario

Ad perpetuam memoriam (A perenne ricordo)” e i nomi delle persone scomparse: questa la frase in latino che oggi, lunedì 23 maggio, sarà scoperta sulla stele in onore delle vittime. La lapide si troverà proprio nel punto in cui la cabina numero 3 è caduta. Alle 11 nella chiesetta della Madonna della neve, poco sopra al piazzale della funivia ci sarà la messa, a cui il Comune ha invitato tutti i parenti delle vittime. Però, non tutti ci saranno: la mamma di Alessandro Merlo, una delle 14 vittime, parteciperà, mentre è praticamente esclusa la presenza della famiglia di Eitan.

Un anno dopo

Un anno dopo la tragedia, l’inchiesta per accertarne le responsabilità è ancora aperta. Nel frattempo è iniziata la procedura per il risarcimento dei danni ai familiari delle vittime: l’assicurazione Reale Mutua ha infatti accordato di mettere a disposizione l’intero massimale e nei giorni scorsi, senza attendere l’esito dell’inchiesta, ha avviato la pratica di mediazione con le famiglie delle vittime.

Eitan oggi ha 6 anni, vive con gli zii paterni e le cuginette nel Pavese, dove va a scuola, fa attività e dove prova a condurre un’esistenza normale. Non è stato un anno facile per lui che, oltre alle ferite riportate nell’incidente, si è ritrovato al centro di una disputa familiare e perfino di un rapimento del nonno materno durato quasi tre mesi, ma cosa più difficile, ha dovuto imparare a convivere con il trauma di aver perso la sua famiglia. A 365 giorni dalla tragedia della funivia del Mottarone, chi resta ne raccoglie i cocci. In questa vicenda, le storie dei morti e dei vivi sono fili annodati un anno fa che ora provano a srotolarsi di nuovo, ma nulla è o sarà più come prima.

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