venerdì, 26 Aprile 2024

Rapimento Eitan, la zia Aya: “Il nonno materno è stato condannato per maltrattamenti alla ex moglie”

Dopo il presunto rapimento del piccolo Eitan, "portato" in Israele dal nonno materno, sua zia paterna Aya - nonchè sua tutrice legale - accusa Shmuel Peleg di essere stato condannato per maltrattamenti nei confronti della sua ex moglie, la nonna materna e che tutti i suoi appelli sono stati respinti in tre gradi di giudizio.

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Sabato pomeriggio, il piccolo Eitan Biran – unico sopravvissuto alla strage del Mottarone – era stato “portato” in Israele dal nonno materno. Sua zia paterna Aya, affidataria del piccolo con il quale risiedeva a Pavia, ha sporto denuncia per sequestro di persona, avvenuto in violazione dei provvedimenti dell’autorità italiana. Da quel momento non sono mancati i botta e risposta, seppur a distanza tra la famiglia italiana e quella israeliana.

“Parlo solo per chiarire che abbiamo agito per il bene di Eitan. Ci stiamo prendendo cura di lui sia dal punto di vista medico, sia di quello mentale. Riceve l’assistenza migliore possibile” – rassicura Gali Peleg, zia materna del bimbo. Non lascia trapelare nessun’altra informazione, anzi ci tiene a ribadire che non c’è stato nessun rapimento, semplicemente “il bambino è stato riportato a casa”. Una scelta voluta, ma secondo il loro punto di vista anche obbligata per il fatto che dal momento dell’incidente non hanno più avuto sue notizie.

“Eitan ha urlato di emozione quando ci ha visto ed ha detto finalmente sono in Israele” – sempre secondo le parole della zia Gali a cui non interessano le faccende legali, ma solo che il suo nipotino sia di nuovo felice. Non si interesseranno della convenzione dell’Aja, o della tutela data dal giudice alla zia paterna Aya con la quale – aggiunge – hanno più volte provato ad avere un’intesa, mai arrivata.

Dall’Italia, però, non si fanno attendere le parole di Aya: “Eitan è cittadino italiano, Pavia è la sua casa dove è cresciuto, noi lo aspettiamo a casa, siamo molto preoccupati per la sua salute”. Così come le sue accuse nei confronti del nonno materno: “Shmuel Peleg è stato condannato per maltrattamenti nei confronti della sua ex moglie, la nonna materna e tutti i suoi appelli sono stati respinti in tre gradi di giudizio”.

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