La Gran Bretagna fa dietro front per quanto riguarda il green pass per discoteche, cinema ed eventi sportivi. Boris Johnson abbandona questo provvedimento, nonostante sia stato ventilato per mesi e sarebbe dovuto entrare in vigore a fine settembre. Il Parlamento britannico, comunque, difficilmente avrebbe approvato il passaporto vaccinale: sia il partito conservatore, che i liberaldemocratici e i laburisti lo considerano “coercitivo”, “discriminatorio” e “contrario allo spirito britannico”.
La questione non deve meravigliare in quanto in Inghilterra non esistono carte d’identità, non chiedono di identificarti quando vai a votare e per di più per loro i vaccini costituiscono un’efficace “prima linea di difesa” contro una possibile ondata di contagi da Covid-19 durante l’inverno. Johnson appare determinato a non reintrodurre restrizioni, dopo aver decretato il «liberi tutti» lo scorso 19 luglio: addirittura, questa settimana annuncerà la fine della legislazione d’emergenza e dunque la rinuncia da parte del governo al potere di imporre limitazioni alle attività economiche, alle scuole e università oltre che a raduni ed eventi. Insomma, mai più un nuovo lockdown.
Ora è in avvio la campagna per la terza dose, con milioni di persone coinvolte questo autunno, oltre che pianificare la vaccinazione dei bambini sopra i 12 anni, che in un primo momento era stata esclusa.