sabato, 27 Aprile 2024

Quirinale, l’ipotesi Draghi al Colle e un governo “fotocopia” ma più politico

Nel gioco delle ipotesi per chi andrà a sostituire Sergio Mattarella ci sono passati quasi tutti i "papabili" nomi

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Manca sempre meno all’inizio dei lavori, fissati per il 24 gennaio, che porteranno all’elezione del nuovo Presidente della Repubblica. Il fermento della classe politica tutta risuona a ritmo sempre più sostenuto ogni giorno che passa. Nel gioco delle ipotesi per chi andrà a sostituire Sergio Mattarella ci sono passati quasi tutti i “papabili” nomi. La candidatura di Silvio Berlusconi ha scosso e diviso l’opinione pubblica ma, oltre alla possibilità concreta di vedere il leader di Forza Italia sedere al Quirinaleci dà anche una panoramica degli equilibri politici attuali.

Se la sfida per il Capo di Stato fosse una partita di calcio, la situazione sarebbe in perfetta parità ma con la destra a mantenere il dominio del gioco. Una sensazione dettata dal forte tono mediatico che ha preso quel preciso Arco costituzionale proprio grazie al Cavaliere. Un’elezione “centrodestrista” sembra essere un obbligo politico, certamente non morale, ma il polo di destra sembra fare davvero sul serio.

L’ipotesi Draghi

Da Palazzo Chigi al Quirinale, da premier a Capo dello Stato. Sembra essere questo il destino di Mario Draghi, sembra essere questa l’intenzione del polo dem (M5S, PD, LeU) che non fanno altri nomi per non bruciarli. In gioco c’è il PNRR, c’è la credibilità e la posizione di forza nello scacchiere globale ma andrebbe subito trovata una figura pronta a sostituire il posto lasciato vacante dall’ex Presidente della Banca Centrale Europea. Figura apolitica, per un governo ancora più identitario, un piccolo rimpasto dalle forti tinte politiche. “Se riapri la partita non chiudi più nulla, soprattutto c’è il rischio venga giù tutto”, suggerisce una fonte e lascia intuire che per dopo Draghi non sono ammessi leader di partito nel governo. Al massimo qualche braccio destro, ecco. Meglio non ipotizzare e fare nomi, tanto è già difficile “azzeccare” il vincitore di Sanremo. 

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