A scaldare l'avvicinamento all'appuntamento elettorale del 25 settembre ci ha pensato Silvio Berlusconi. Infatti, il Cavaliere si è detto favorevole al presidenzialismo ma la risposta degli avversari politici ha fatto scattare subito la polemica. Da oggi è possibile depositare i simboli al Viminale.
Dopo l'accordo tra Letta e Calenda, nella sinistra si apre una nuova crepa: l’asse Si-Verdi ha subito chiesto una verifica al segretario dem per capire se esistono ancora le condizioni per un’intesa anche con loro. Previsto un incontro per oggi pomeriggio al Nazareno.
Oggi si riunisce il centrodestra per fare il punto sul voto del 25 settembre. Un incontro dal sapore di resa dei conti per i nodi che ci sono ancora da chiarire. Intanto, dal Nazareno Letta si assume il ruolo di front runner per quanto riguarda la colazione di centrosinistra.
Fonti vicine all'ex Premier hanno riferito al Foglio che il leader 5 Stelle, ricoverato nella giornata di domenica 17 per intossicazione alimentare, è stato dimesso il giorno dopo e ha partecipato all'assemblea congiunta dei Parlamentari M5s
Alla vigilia della decisione di Mario Draghi sul destino del suo Governo, continua il dibattito tra le fazioni politiche. Conte: "Il Paese è in una condizione drammatica. L'atteggiamento di responsabilità ci impone di chiedere al Presidente Draghi che le priorità da noi indicate vengano poste nell'agenda di governo"
Mario Draghi ha firmato l'accordo per il gas con l'Algeria. Il capogruppo dei pentastellati Davide Crippa, in accordo con PD e Italia Viva, aveva chiesto che il Premier conferisse prima alla Camera, all'insaputa di Giuseppe Conte.
In attesa dell'incontro di Draghi alle Camere, continua il dibattito tra le forze politiche. L'attuale Presidente del Consiglio mantiene il silenzio, il centrodestra si dice pronto al voto, insieme a Fratelli d'Italia, Renzi prega Draghi affinché "non tratti", mentre il Pd cerca di ricucire l'unità nazionale.
Sono giorni cruciali per il Governo Draghi che parlerà al Senato. Se il Presidente del Consiglio non dovesse proseguire sono a rischio vari provvedimenti. Mentre chi ha appoggiato il Governo fino ad ora si dichiara disponibile ad un Draghi-bis. Situazione confusa nei 5 Stelle.
Dopo settimane di tensioni interne al M5s, è arrivata la decisione di Giuseppe Conte di non votare la fiducia sul decreto Aiuti, sancendo di fatto l'uscita dalla maggioranza. In giornata atteso l'incontro tra Draghi e Mattarella, che su una possibile crisi era stato chiaro "senza il consenso dei pentastellati, il Governo cade".
Intanto continua il dialogo con le parti sociali su salari minimi. Draghi si dice ottimista, di diverso avviso i segretari generali dei sindacati: "Il confronto non ha risolto i problemi, non sono stati dati numeri né indicazioni. Abbiamo portato a casa solo un nuovo incontro".