Identificato e sentito dai Carabinieri il bracciante che avrebbe investito e ucciso due donne con una mietitrebbia in un campo di mais di San Giuliano Milanese.
L'autorizzazione alla sepoltura è giunta al termine dell'autopsia che ha confermato sostanzialmente la dinamica dell'accaduto, così raccontato dal coetaneo che ha confessato l'omicidio.
I Carabinieri trovano a casa dell'uomo di 64 anni armi e diverse munizioni. L'uomo tenta di liberarsi della pistola senza riuscirci. Le armi, le munizioni ed il resto del materiale sono stati sequestrati.
Il manifesto è affisso su una colonna del porticato di via Roma: è un invito a non lasciare sola la popolazione detenuta e ad isolare le guardie penitenziarie.
La giovane è morta quasi immediatamente, ancora sul posto, mentre l'amica è ricoverata all'ospedale di Cuneo. L'uomo alla guida del secondo mezzo coinvolto ha invece riportato ferite non gravi.
Una delle alpiniste è morta pochi minuti dopo l'arrivo dei soccorritori. il medico ha tentato invano di rianimare l'altra scalatrice. Il terzo alpinista è invece stato trasportato in Svizzera dall'elicottero di Air Zermatt.
Su disposizione della Prefettura di Agrigento, nella mattinata di oggi, in 100 verranno trasferiti con il traghetto di linea Sansovino a Porto Empedocle.
Il Procuratore della Repubblica di Lodi, Domenico Chiaro, ha dichiarato che: "Si indaga per cercare di chiarire i contorni della vicenda e identificare il responsabile, lavoreremo anche per capire come mai le due donne si trovassero lì". Nelle vicinanze dei corpi non è stata trovata nessuna mietitrebbia.
L'uomo è scomparso a fine aprile, la fidanzata ha denunciato un rapimento a scopo di estorsione. Il connazionale era già in stato di fermo, si aspettano le analisi del dna di un cadavere trovato all'inizio di giugno.
Iniziate le procedure per dichiarare la morte cerebrale del più giovane, il 23enne di origine albanese. Le condizioni dei due sono apparse subito gravissime.