giovedì, 28 Marzo 2024

Manovra, BankItalia rimprovera il Governo: “Criticità fisco, dipendenti penalizzati”. Istat: “RdC tagliato per uno su cinque”

Proseguono le audizioni da parte di Camera e Senato per ascoltare le opinioni delle diverse parti sociali coinvolte. Durante il secondo round, tanto BankItalia quanto Istat hanno sottolineato alcune criticità relative alle misure fiscali, tetto contante e pos, ma anche a Reddito di Cittadinanza e disparità di trattamento tra dipendenti e autonomi, con i primi di gran lunga sfavoriti sui secondi.

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Oggi, lunedì 5 dicembre, si è tenuto il secondo round di audizioni sulla Manovra del governo Meloni. Un documento messo in discussione da più parti sociali e che l’esecutivo è pronto a modificare e a riformulare in alcuni punti. La retromarcia sulle misure applicate in materia di contanti e pagamenti elettronici, che potrebbe scendere stando a quanto affermato proprio da Giorgia Meloni. A essere in bilico è anche la materia pensionistica, con la maggioranza che preme per rivedere il meccanismo molto penalizzante di Opzione donna. Ma all’audizione di Bankitalia emerge un altro dato significativo, ossia la bassissima partecipazione da parte dei parlamentari: quattro presenti e tre da remoto su un totale di 50 delle commissioni Bilancio riunite di Camera e Senato. Le indicazioni che arrivano dall’istituto centrale italiano sono chiaramente negative, proprio sulle questioni più discusse. Dal tetto al contante e l’utilizzo del Pos per contrastare la criminalità, alla flat tax che penalizza i dipendenti.

Il contante e la lotta all’evasione

In un passaggio, Fabrizio Balassone, capo del servizio struttura economica del Dipartimento economia e statistica della Banca d’Italia, ha tenuto a esprimere una valutazione sulle misure adottate in materia fiscale. “Le disposizioni in materia di pagamenti in contante e l’introduzione di istituti che riducono l’onere tributario per i contribuenti non in regola rischiano di entrare in contrasto con la spinta alla modernizzazione del Paese che anima il Pnrr e con l’esigenza di continuare a ridurre l’evasione fiscale”. Inoltre, secondo Balassone “soglie più alte” per l’utilizzo del contante “favoriscono l’economia sommersa” mentre “l’uso di pagamenti elettronici permettendo il tracciamento delle operazioni ridurrebbe l’evasione fiscale“. In linea di massima, quindi, “i limiti all’uso del contante, pur non fornendo un impedimento assoluto alla realizzazione di condotte illecite, rappresentano un ostacolo per diverse forme di criminalità ed evasione“.

Secondo i dati di Bankitalia al 30 settembre scorso in Italia circolavano 261,8 miliardi di contanti, 4.439 euro per ciascun italiano (fonte: BankItalia)
Secondo i dati di Bankitalia al 30 settembre scorso in Italia circolavano 261,8 miliardi di contanti, 4.439 euro per ciascun italiano (fonte: BankItalia)

Flat tax, ulteriore penalizzazione per soggetti Irpef

Nella manovra “alcune delle misure non connesse all’emergenza energetica presentano aspetti critici che la Banca d’Italia ha più volte segnalato anche in passato con riferimento a misure analoghe. La discrepanza di trattamento tributario tra dipendenti e autonomi, e all’interno di questi tra quelli sottoposti a regime forfettario ed esclusi, risulta accresciuta“. In questo passaggio Balassone sottolinea invece come ci sia una marcata discrepanza tra il trattamento dei dipendenti e degli autonomi. “In un periodo di inflazione elevata la coesistenza di un regime a tassa piatta e uno soggetto a progressività come l’irperf comporta un’ulteriore penalizzazione per chi soggetto a quest’ultimo“, ha poi aggiunto.

Istat, RdC tagliato per uno su cinque

Secondo Istat, la riduzione della durata del Reddito di cittadinanza nel 2023 andrà a colpire “circa 846 mila individui, vale a dire poco più di un beneficiario su cinque“. A sciorinare questi numeri è stato proprio il presidente dell’Istituto nazionale di statistica, Gian Carlo Blangiardo, in audizione alla Camera sulla manovra di bilancio 2023. “Se si considerano i soli beneficiari in età compresa fra 18 e 59 anni, il taglio riguarderà oltre un terzo di essi“, ha spiegato il presidente. “La decurtazione della durata coinvolgerebbe in prevalenza i nuclei familiari di ridotte dimensioni e la componente maschile, e investirebbe quasi la metà dei beneficiari in età compresa fra 45 e 59 anni“, ha aggiunto Blangiardo. Il numero uno di Istat ha anche sottolineato come la riduzione “comprende un terzo dei NEET fra 18 e 29 anni beneficiari del Reddito, e si caratterizza per livelli di istruzione appena più elevati rispetto alla restante platea dei beneficiari appartenenti alla stessa classe d’età“.

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