Dal fronte continuano gli scontri. Sono state segnalate forti esplosioni da parte delle truppe ucraine a Makivka, una città definita satellite nel Donetsk, territorio occupato dai russi. Secondo alcune notizie, è in fiamme un deposito di petrolio. Sembra oramai una triste tradizione quella che quasi ogni mattina colpisce Kherson e Mykolaiv; infatti, nelle ultime settimane si stanno registrando frequenti bombardamenti. Non c’è tregua anche per la città di Kharkiv dove, nelle prime ore di questa mattina, si sono registrate due esplosioni. Il sindaco, Igor Terekhov, ha precisato che una ha colpito il distretto di Kholodnohirskyi e l’altra una località ancora da confermare. La nave Razoni è arrivata a Istanbul. Alle ore 9 italiane ha avuto inizio l’ispezione.
Dalla Russia arriva la dichiarazione di un diplomatico alle Nazioni Unite: “Mosca non userà le armi nucleari, lo farà solo se verrà aggredita direttamente“. Nuovi bilanci vengono resi noti: da Kiev il numero dei soldati russi uccisi dall’inizio del conflitto: 41.350; dall’Onu quello degli ucraini che sono andati via dal Paese: 10 milioni.
Nave carica di cereali arrivata a Istanbul
L’imbarcazione Razoni, la prima nave carica di cereali ucraini a salpare dal porto di Odessa dopo il blocco dovuto all’invasione, partita lunedì e dopo ben 36 ore, causa maltempo, è arrivata all’ingresso dello stretto del Bosforo che collega il Mar Nero ai mercati mondiali. Si attende l’ispezione che dovrebbe essere già iniziata alle ore 9 italiane, l’ha reso noto il ministro della Difesa turco. Al termine dell’ispezione che sarà eseguita dai delegati turchi, ucraini, russi e delle Nazioni Unite, la nave riprenderà il suo viaggio verso la meta finale: Tripoli, in Libano.
La Russia userà armi nucleari solo se verrà aggredita
In occasione di una conferenza sulla non proliferazione nucleare, un diplomatico russo, Alexander Trofimov, ha dichiarato alle Nazioni Unite che Mosca non ha intenzione di utilizzare l’arsenale nucleare in Ucraina, potrebbe decidere di utilizzarlo solo in risposta a una “aggressione diretta”, con armi di distruzione di massa o con armi convenzionali, da parte della NATO.