venerdì, 26 Aprile 2024

Notti magiche, quell’orgoglio italiano che non passa solo dal calcio

Un'altra maniera per dimostrare l'attaccamento al Tricolore. La Nazionale delle stelle polari Draghi e Mattarella, gli "azzurri" che all'estero ammirano e un po' ci invidiano.

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La sbornia frusto-pallonara dei patrioti ad annate, europeo e mondiale di calcio, ha impedito di accorgersi del sostegno al presidente del Consiglio Mario Draghi. Pilastro dell’Italia che va, affiancato all’Italia che accoglie: l’Italia di Sergio Mattarella. Il Capo di Stato, proprio nella Giornata Mondiale del Rifugiato, rammenta che “la Repubblica Italiana, in collaborazione con l’Unione Europea e le organizzazioni internazionali, non si è mai sottratta alla protezione della vita umana, al salvataggio dei profughi, al sostegno ai sofferenti nelle crisi umanitarie, all’accoglienza dei più vulnerabili”. Ci sarebbe molto da dire, magari in altre occasioni.

Al di là degli opportuni distinguo, questa è l’Italia felpata che ci piace osservare e ascoltare, di là delle trombe e trombette nelle piazze per la qualificazione della Nazionale agli ottavi di Euro2020.

Ma dicevamo di Mario Draghi. È proprio lui a essere stato elogiato dal premier spagnolo Pedro Sánchez Pérez-Castejón, durante il bilaterale a Barcellona. E tale elogio vale di più, se pensiamo all’appartenenza politica dell’omologo di Draghi. Egli è infatti il Segretario del Partito Socialista Operaio Spagnolo. “Draghi è un maestro. Devo dire che, quando parla al Consiglio europeo il presidente Draghi, tutti rimaniamo zitti e ascoltiamo. Questo non succede sempre. Con Mario Draghi succede”. E così il nostro Capo di Governo in Catalogna riceve congratulazioni e due premi: uno l’assegna il Cercle d’Economia, gruppo di discussioni sulla politica, l’altro il Foment del Treball, associazione d’imprese catalane.

E oggi è ancora un altro esponente della sinistra, stavolta tedesco, a tessere le lodi del nostro Presidente del Consiglio. Heiko Josef Maas, socialdemocratico ministro degli Esteri nell’esecutivo Merkel, tramite le colonne di Repubblica dice: “È come la nazionale di calcio italiana. In Europa è forte, ma nel corso dell’attuale campionato europeo sta diventando sempre più forte. Vediamo in Italia una volontà robusta di contribuire a costruire una prospettiva europea. Percepisco accenti molto diversi rispetto al Governo precedente”.

Nemo propheta in patria? No. L’editoriale del costituzionalista Sabino Cassese sul Corriere della Sera di sabato scorso ne è testimone. Leggiamo. “Massimo Giannini (direttore del quotidiano La Stampa, NdR) ha elencato i progressi fatti (piano vaccinale, minori conflitti con le Regioni, un serio piano di ripresa, miglior governo della macchina normativa, buone scelte degli uomini”. Il giurista continua: “Non più finte decisioni (testi approvati salvo intese)”. L’attuale Governo si pone “obiettivi mensili per lo smaltimento degli arretrati, perché le leggi non rimangano solo promesse”. Infine “non comunica intenzioni, ma informa di risultati, consapevole del fatto che bisogna fare, prima di annunciare”.

Da amanti della parola, ci soffermiamo sulle dichiarazioni di Draghi. Ebbene, quando viene premiato a Barcellona, dice: “Sto arrossendo. Non lo vedete, ma è così”. E ancora, durante il lungo applauso dei presenti, “non ho mai pensato di aver ottenuto così tanto, ma grazie davvero”. E però Draghi sa che “nel recente passato ci siamo dimenticati dell’importanza della coesione sociale. Non solo. Abbiamo dato la democrazia per scontata e abbiamo ignorato il rischio del populismo”.

Ecco l’Italia di cui essere fieri. Certo, non snobberemo la nazionale come il Salvini esultante dopo la rete di Trezeguet che consegnò l’europeo del 2000 alla Francia, o il Travaglio che a proposito della stessa competizione calcistica, ma nel 2016, così si espresse: “L’Italia? Come sempre tiferò contro, non mi piace la retorica patriottarda fasulla”. Ma non si vive di solo calcio.

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