La guerra in Ucraina prosegue senza sosta e la questione del grano continua a creare problemi e dissapori. Kiev ha rifiutato la richiesta russa di sminare i porti per far passare le navi che trasportano grano, come dichiarato dal portavoce del ministero degli Esteri ucraino, Oleg Nikolenko, che ha aggiunto: “Alla Russia non può essere permesso di usare i corridoi del grano per attaccare. L’Ucraina ha messo in chiaro la sua posizione sui porti marittimi: sono necessari equipaggiamenti militari per proteggere la costa e una missione della marina per pattugliare le rotte di esportazione nel Mar Nero”. Tutto questo avviene nonostante Lavrov, ministro degli Esteri russo, abbia assicurato che Mosca non ha intenzione di attaccare se il Paese inizierà la rimozione delle mine presso i suoi porti: “Siamo pronti a lavorare per mettere in sicurezza l’uscita delle navi dai porti dell’Ucraina, siamo pronti a collaborare con i nostri omologhi turchi su questo”. Intanto il primo treno di grano partito dalla regione di Zaporizhzhia, la parte occupata dagli invasori, è giunto a Sebastopoli, in Crimea, dopo 8 anni che ciò non avveniva.
Possibile ripresa dei negoziati
Riguardo la ripresa dei negoziati tra Russia e Ucraina, Lavrov ha confermato che c’è la possibilità che ciò avvenga per arrivare al “cessate il fuoco”, anche se ha aggiunto che “per quanto riguarda un incontro tra il signor Zelensky e il presidente russo, abbiamo spiegato in più occasioni che Zelensky sta cercando un incontro fine a se stesso, è volubile come il vento. Ha ripetuto più volte che avrebbe tenuto dei colloqui e che i colloqui sarebbero ripresi solo se i contingenti russi fossero stati riportati sulla linea che esisteva il 24 febbraio. Questo approccio non è assolutamente serio, inoltre è in contrasto con le iniziative presentate dalla delegazione ucraina a Istanbul il 29 marzo”.