martedì, 30 Aprile 2024

Israele, ordinata evacuazione al sud: “Cerchiamo di ridurre le vittime civili, ma non ci stiamo riuscendo”

Nonostante gli sforzi messi in atto, il premier Netanyahu ha dichiarato che gli attacchi israeliani non stanno riuscendo a risparmiare le vittime civili. Bombardamenti e attacchi nel sud fanno prospettare l'imminente invasione di terra. Dagli aerei sono stati lanciati volantini di avvertimento: "Dirigersi nei rifugi conosciuti".

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Secondo quanto emerso dagli ultimi aggiornamenti, presso la Striscia di Gaza vi sarebbero gli indicatori di una imminente offensiva di terra nella zona meridionale da parte di Israele- che al momento già controlla la zona nord. Nella giornata di ieri, infatti, quattro comunità a est di Khan Younis, città principale del sud, hanno visto piovere su di loro volantini di avvertimento, con la prescrizione di “dirigersi verso i rifugi conosciuti”. Nonostante il lancio di questi volantini sembri voler essere un avviso di protezione, gli abitanti di Gaza hanno ormai ben pochi luoghi sicuri. Di fatti, tutte le organizzazioni umanitarie presenti sul posto hanno denunciato che una qualsiasi azione invasiva nel sud di Gaza avrebbe effetti devastanti per la popolazione, che già imperversa in condizioni terribili. In particolare, il Programma alimentare mondiale (WFP) ha reso noto che gli abitanti rischiano concretamente “la possibilità di morire di fame”, in quanto la carenza di carburante immobilizza la distribuzione di cibo. Inoltre, come comunicato dal capo dell’Agenzia delle Nazioni Unite per il soccorso e l’occupazione dei rifugiati palestinesi nel Vicino Oriente (UNRWA), Philippe Lazzarini, un ulteriore ostacolo è rappresentato dal “blackout totale delle comunicazioni”.

“Ogni vittima civile è una tragedia”, ha asserito il premier israeliano Benjamin Netanyahu, intervistato dalla CBS. “Stiamo facendo tutto il possibile affinché i civili siano lontano dai pericoli, mentre Hamas sta facendo di tutto perché siano in situazioni di rischio- si legge nella dichiarazione- cercheremo di concludere il lavoro con il minor numero possibile di vittime, è quello che stiamo cercando di fare. Ma purtroppo non ci siamo riusciti“. Dalle recenti notizie risulta che circa 50 palestinesi siano stati uccisi dagli attacchi israeliani, che nelle scorse ore si sono concentrati in diverse direzioni. Almeno 18 persone, inclusi alcuni bambini, hanno perso la vita a causa di un attacco aereo nel campo profughi di Nuseirat, mentre altre 11 sono morte in un bombardamento nel campo profughi di Jabalya. Questi i dati riportati dall’Agenzia palestinese Mann. Ora per ora nuovi aggiornamenti riferiscono numeri in crescita, con raid e vittime in crescita anche a sud. Bombardamenti da parte di Tel Aviv sono stati registrati anche nel sud del Libano, al confine nord con Israele. Secondo il sito di notizie libanese Naharnet, sarebbero stati colpiti decine di siti.

Intanto, il Segretario di Stato americano Antony Blinken avrebbe avuto uno scambio telefonico con il Ministro degli Esteri egiziano, Smash Shoukry, al fine di discutere sforzi congiunti in soccorso alla popolazione sotto attacco. Secondo quanto reso noto dal Dipartimento di Stato USA e dal Ministero del Cairo, sarebbe stata reciprocamente ribadita l’importanza di interventi concreti per minimizzare i danni ai civili palestinesi di Gaza, rifiutando la possibilità di un loro sfollamento forzato. Di cruciale importanza sarà l’attuazione dei provvedimenti del Consiglio di Sicurezza del 15 novembre, nello specifico quelli legati alle tregue e all’apertura dei corridoi umanitari, con la priorità inderogabile di arrivare ad un cessate il fuoco complessivo. Secondo quanto annunciato dalle Nazioni Unite, nella giornata di oggi non sarà possibile nessuna “operazione di aiuto transfrontaliero al valico di Rafah”, a causa dell’assenza di carburante.

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