sabato, 27 Aprile 2024

Guerra in Ucraina, completate operazioni di soccorso a Dnipro: 44 morti. Pacchetto aiuti, UE: “Erogati 3miliardi di euro a Kiev”

In seguito ad alcune dichiarazioni fatte sull'attacco missilistico che ha colpito il Dnipro, il consigliere dell'ufficio presidenziale ha presentato le sue dimissioni. Nella giornata di oggi, la regione del Donetsk è stata attaccata per 36 volte in 13 diversi insediamenti e in seguito all'attacco un civile è stato ucciso.

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Questa mattina 17 gennaio il servizio statale di emergenza ucraino ha annunciato di aver terminato le operazioni di soccorso nel Dnipro, in seguito al raid missilistico che ha colpito la zona nella giornata di domenica 15 gennaio. “Alle 13 del 17 gennaio le operazioni di ricerca e soccorso sul luogo dell’attacco missilistico sono state completate” hanno dichiarato i soccorritori. Al termine delle operazioni, il ministero della Difesa di Kiev ha comunicato il bilancio finale dell’attacco, con 44 morti, tra cui 6 bambini, 79 feriti e 20 dispersi.

Consigliere di Zelensky presenta le dimissioni

Questa mattina il consigliere presidenziale ucraino Oleksiy Arestovych ha dichiarato di aver presentato le sue dimissioni, in seguito alle affermazioni fatte in merito all’attacco missilistico che ha colpito il Dnipro. Dopo il raid, il consigliere aveva avanzato l’ipotesi che il condominio sarebbe stato colpito da un missile di Kiev, il quale avrebbe abbattuto un razzo russo. “Ho scritto una lettera di dimissioni. Voglio mostrare un esempio di comportamento civile: ho commesso un errore fondamentale, e per tanto devo andarmene” scrive Arestovych. Secondo quanto riportato da Ukrainska Pravda, il consigliere avrebbe consegnato la lettera al capo dell’ufficio presidenziale Andriy Yermak ma non è chiaro se la richiesta sia stata presentata allo stesso Zelensky né se sia stata accolta.

Donetsk attaccato per 36 volte

Stando a quanto riferito dal dipartimento della Polizia del Donetsk e riportato da Ukrinform, l’esercito russo ha attaccato la regione per un totale di 36 volte, dopo i bombardamenti del 5 dicembre scorso, con 13 insediamenti colpiti e 1 civile ucciso. “I russi hanno preso di mira delle case, una fabbrica, una scuola e un ospedale. L’esercito del Cremlino ha ucciso e ferito dei civili” si legge nel rapporto delle Forze dell’Ordine. Le Forze Armate di Putin hanno colpito anche altre città come Bakhmut, Novosilka, Komyshivka e Severne, con artiglieria pesante e cannoni antiaerei Grady. I soldati russi inoltre, hanno colpito anche lanciato tre razzi contro Kramatorsk e Lyman con un danneggiando una casa privata.

Unione Europea eroga prima parte del pacchetto aiuti a Kiev

Lo scorso 24 novembre la commissione europea aveva approvato un pacchetto di aiuti all’Ucraina per un totale di 18miliardi di euro e nella giornata di oggi, è stata erogata una prima rata da 3miliardi. Ad annunciarlo è stata la Commissione Europea in una nota: “Con il sostegno finanziario stabile, regolare e prevedibile fino a 18 miliardi di euro per il 2023 nell’ambito di questo strumento, l’Ucraina potrà continuare a pagare salari e pensioni e mantenere in funzione i servizi pubblici essenziali, come ospedali, scuole e alloggi per le persone trasferite. Consentirà inoltre all’Ucraina di garantire la stabilità macroeconomica e ripristinare le infrastrutture critiche distrutte dalla Russia nella sua guerra di aggressione, come infrastrutture energetiche, sistemi idrici, reti di trasporto, strade e ponti”.

Mosca vieta ingresso in Russia a parlamentari UE

Il ministero degli Esteri russo ha dichiarato di aver inserito nella lista nera degli ingressi a Mosca dei funzionari dell’Europa, come risposta al nono pacchetto di sanzioni dell’UE. Il ministero ha successivamente affermato che le sanzioni del Cremlino sono rivolte anche verso i capi delle Forze dell’Ordine europee, i quali sarebbero coinvolti nell’addestramento delle truppe ucraine. Secondo quanto riferisce la Tass, la quale ha riportato la notizia, il governo russo ha imposto sanzioni anche contro gli enti governativi e i commercianti europei che producono armi e attrezzatura militare per Kiev; inoltre il blocco russo riguarderebbe anche i cittadini dell’Ue che secondo il ministero della Difesa: “Si lasciano andare a una sistematica retorica anti-russa in pubblico”. All’interno della lista nera sarebbero compresi anche diversi membri del Parlamento europeo.

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