sabato, 27 Aprile 2024

Reddito di Cittadinanza, truffe da milioni di euro. L’Inps: “Controlli possibili solo su dati a cui abbiamo accesso”

Tanti "furbetti" in questi ultimi anni hanno percepito illecitamente il sostegno economico, dal canto su l'Inps si difende: "Quando abbiamo un percettore di reddito di cittadinanza che percepisce indebitamente, questo percettore ha già evaso le tasse". Dal 15 giugno partita la raccolta firme di Italia Viva per abolirlo.

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Centoquaranta stranieri sono stati denunciati dalla Polizia di Cagliari perchè percepivano il Reddito di Cittadinanza pur vivendo fuori dall’Italia. Mentre altre 11 persone, individuate tra la Liguria, Toscana, Friuli Venezia Giulia e il Veneto, viaggiavano in Porsche e Lamborghini usufruendo sempre del sostegno economico, arrivando a delineare una truffa da milioni di euro ai danni dello Stato italiano. Purtroppo non si tratta di casi isolati, ma di un elenco, in materia di Reddito di Cittadinanza, molto lungo. I “furbetti”, o meglio delinquenti, sono tanti e continuano a rubare a discapito dei cittadini.

Nel primo caso la prassi era sempre la stessa: gli stranieri arrivavano in Italia solo per chiedere il contributo e poi tornavano nei loro Paese d’origine, in molti casi nord Africa e Africa sub Sahariana, dove utilizzano i soldi, disponibili sulle carte di credito rilasciate dalle Poste. Si parla di una frode di oltre 4 milioni di euro. Nel secondo, la Polizia Postale della Liguria ha scoperto la maxi truffa messa a segno da individui tra i 35 e i 40 anni, appartenenti alla comunità dei sinti e tutti imparentati fra loro, che percepivano il reddito di cittadinanza pur girando a bordo di macchine molto costose. In questo caso sottratti allo Stato italiano oltre 500mila euro

Solo lo scorso aprile l’Arma dei Carabinieri aveva reso noto che dal primo gennaio 2021 a febbraio 2022 oltre cinque milioni di euro “sono finiti nelle tasche di persone che hanno percepito indebitamente il reddito di cittadinanza”. È solo uno dei tanti accertamenti di questo genere, i risultati ottenuti dai Nuclei Carabinieri Ispettorato del Lavoro sul territorio sono infatti notevoli. Sempre la nota delle Forze dell’Ordine, in fatto di irregolarità accertate, sottolinea che “c’era chi aveva omesso di dichiarare di essere proprietario di beni immobili per i quali percepiva reddito. Chi aveva dichiarato il falso circa la composizione del proprio nucleo familiare e relativo reddito”. Ma è stato trovato anche “chi aveva dichiarato un falso luogo di residenza, quale per esempio un cavalcavia, chi aveva omesso di dichiarare misure di prevenzione o cautelari a proprio carico o di familiari, chi lavorava in nero”. Una lista di tipologie non nuova, riconoscibile purtroppo e che varia solo sul tema.

A questo punto la domanda vien da sé: come può accadere tutto questo? Come è possibile “rubare” ai cittadini italiani fino a milioni di euro e per molto tempo? C’è una falla nel sistema? Sicuramente qualcosa sfugge al controllo, come spesso accade anche in altri ambiti nel nostro Paese e nella maggior parte dei casi non dipende in toto dal lavoro di enti o istituzioni. Semplicemente il meccanismo si inceppa; un conto è la legge astratta, altra storia è la sua applicazione nella realtà. Prima di rispondere a queste domande, facciamo un piccolo excursus per ricordare cos’è il Reddito di Cittadinanza e perché è stato introdotto.

Il Reddito di Cittadinanza: cos’è e chi può richiederlo

Questa misura è stata introdotta dal Governo con il DL 4/2019 (richiedibile a partire dal 6 marzo 2019), come strumento di politica attiva del lavoro e di contrasto alla povertà, alla disuguaglianza e all’esclusione sociale. Si tratta di un sostegno economico ad integrazione dei redditi familiari ed è associato ad un percorso di reinserimento lavorativo e sociale, di cui i beneficiari sono protagonisti sottoscrivendo un Patto per il lavoro o un Patto per l’inclusione sociale. Può richiederlo, chiunque disponga dei requisiti previsti dalla legge, di natura sociale ed economica, come ad esempio “essere cittadino maggiorenne in una delle seguenti condizioni: italiano o dell’Unione Europea; cittadino di Paesi terzi in possesso del permesso di soggiorno UE per soggiornanti di lungo periodo, o apolide in possesso di analogo permesso” e tra quelli economici “essere in possesso di un valore ISEE inferiore a 9.360 euro (in presenza di minorenni, si considera l’ISEE per prestazioni rivolte ai minorenni); un valore del patrimonio immobiliare in Italia e all’estero, diverso dalla casa di abitazione, non superiore a 30mila euro, ecc”.

Controlli Inps su banche dati, in base alle dichiarazioni dei redditi pervenute

Sentita telefonicamente l’Inps della provincia di Ravenna (Istituto Nazionale della Previdenza Sociale), in quanto ente erogatore del Reddito di Cittadinanza, ci spiega che “la legge stabilisce che i controlli sulla residenza spettano ai Comuni, i controlli sulle condanne al Ministero della Giustizia”. L’Inps ha in sostanza il dovere di fare dei controlli sulle banche dati di cui dispone, sulla base delle dichiarazioni dei redditi che pervengono dall’Agenzia delle Entrate, dal catasto, dall’anagrafe bancaria e “quindi – come spiegato anche dal Presidente dell’Inps Pasquale Tridico – sono semmai dichiarazioni false fin dall’inizio. Quando abbiamo un percettore di reddito di cittadinanza che percepisce indebitamente, questo percettore ha già evaso le tasse”.

E sui cosìdetti “furbetti” del sostegno dall’Inps aggiungono che “c’è molta strumentalizzazione. Gestiamo tante prestazioni, che nel tempo sono stata attaccate da truffe”. La Guardia di Finanza ha stimato il recupero delle truffe del reddito intorno all’1% del totale delle truffe ai danni dello Stato, sempre secondo l’ente di previdenza sociale italiano. Stando agli ultimi dati Inps, sugli oltre 3 milioni di percettori i due terzi sono minori, anziani, disabili o persone gravi difficoltà familiari, poi c’è un terzo che lavora, ma con un’occupabilità molto bassa a causa di un tasso di scolarizzazione inferiore. “La maggior parte non ha nemmeno la terza media” concludono dall’Inps.

Quanto contestualizzato dall’istituto porta alla conclusione che le crepe nel sistema dei controlli sul Reddito di Cittadinanza, possono essere determinate da molteplici fattori, primo fra tutte un meccanismo di frodi che si perpetuata da anni e in molteplici settori e infine, forse, che tante “parti” hanno responsabilità nella concessione, in questo caso, del sostegno economico.

Dopo che la Lega ha chiesto l’eliminazione del Reddito di Cittadinanza, dal 15 giugno scorso è partita la raccolta di firme di Italia Viva per la cancellazione del sostegno. In particolare, ciò che si contesta è la validità dello strumento sul versante occupazionale, non tanto su quello di contrasto alla povertà. Intanto in Commissione è passato l’emendamento del decreto Aiuti, proposto dal centrodestra: il Reddito di Cittadinanza, adesso, si perderà anche rifiutando offerte di lavoro arrivate da privati. Alla modifica ha votato contro il Movimento 5 stelle, sì invece del Partito Democratico.

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