sabato, 20 Aprile 2024

Hanno il reddito di cittadinanza ma viaggiano in Porsche e Lamborghini: denunciati 11 truffatori informatici

Sono state identificate dalla Polizia Postale della Liguria 11 persone sospettate di far parte di un'associazione a delinquere finalizzata alle truffe informatiche. Si teme abbiano commesso centinaia di colpi per l'ammontare di svariati milioni.

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Ville di lusso in Toscana, Friuli Venezia Giulia e Veneto, viaggi a bordo di Lamborghini Porsche e Range Rover: non è un film, né la biografia di un sultano. Si tratta del tenore di vita di ben 11 persone di etnia sinti tutte imparentate fra loro, tra i 35 e i 40 anni, denunciate perché sospettate di far parte di un’associazione a delinquere finalizzata alle truffe informatiche. La cosa peggiore è che questa gang, smascherata dalla Polizia Postale della Liguria, usufruiva del reddito di cittadinanza. Secondo le prime ricostruzioni condotte dagli inquirenti gli indagati avrebbero commesso centinaia di colpi per l’ammontare di 500mila euro, tuttavia non è da escludere che i truffatori abbiano in realtà guadagnato diversi milioni. Attualmente sono in corso le perquisizioni ad Altopascio, Annone Veneto, Chions e Cordenons.

La truffa agli inserzionisti

I denunciati selezionavano alcune inserzioni di vendita poste sui vari siti di commercio online, contattando poi i venditori facendo puntualmente finta di essere interessati all’acquisto dei prodotti, tanto da voler procedere immediatamente con il pagamento. Riuscivano a convincere la vittima a recarsi presso uno sportello automatico, per ricevere così l’accredito della somma concordata direttamente sul proprio conto. A quel punto i truffatori fornivano ai malcapitati alcune istruzioni e codici, mediante i quali, invece di ricevere il pagamento i venditori erano spinti a ricaricare una carta di pagamento nella disponibilità del sodalizio criminale. Molte vittime sono state addirittura indotte a compiere svariate ricariche, per poi accorgersi del raggiro.

La banda è stata smascherata a seguito di ricerche accurate da parte degli investigatori, insospettiti dalla convulsa attività di coppia, facente parte del gruppo, che si occupava di ritirare, presso gli sportelli di istituti di credito dell’alta Toscana, i presunti proventi dell’intera attività criminale. Pare che l’associazione a delinquere riuscisse a garantirsi l’anonimato comunicando solo tramite Telegram e Icq. Gli inquirenti hanno scoperto che le loro abitazioni erano protette da cinte murarie, recinzioni, e telecamere di videosorveglianza.

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