venerdì, 26 Aprile 2024

Vaccini, l’Italia donerà 45 milioni di dosi ai Paesi poveri: la promessa di Draghi al Global Covid-19 Summit

Per il premier la cooperazione globale è essenziale per accelerare la fine della pandemia e per prevenire nuove emergenze sanitarie.

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Al Global Covid-19 Summit, a margine dell’Assemblea generale dell’Onu, il premier Mario Draghi ha promesso che l’Italia donerà 45 milioni di dosi di vaccino ai Paesi poveri entro il 2021. “Al Global Health Summit di Roma, l’Italia si è impegnata a donare 15 milioni di dosi di vaccino entro la fine dell’anno, e oggi sono lieto di annunciare che siamo pronti a triplicare il nostro sforzo, donando altri 30 milioni di dosi entro la fine dell’anno ai Paesi più poveri, nell’ambito del programma Covax”, ha affermato il presidente del Consiglio.

Secondo Mario Draghi sono stati fatti grandi progressi nella distribuzione dei sieri anticovid attraverso la misura sostenuta dalle Nazioni Unite, ma “ci sono ancora grandi disuguaglianze“, motivo per il quale “bisogna essere pronti ad essere più generosi”. “La cooperazione globale – ha detto il premier – è essenziale per permettere che finisca quest’emergenza pandemica e per prevenire le emergenze sanitarie”. Nel mondo, infatti, 2,5 miliardi di persone sono già vaccinate e un miliardo ha ricevuto almeno la prima dose.

Secondo il presidente del Consiglio, una delle falle nella risposta globale alla pandemia è stata “l’insufficiente coordinamento tra autorità sanitarie e finanziarie“. Da qui la proposta dell’istituzione di un “Global Health e Finance Board, un forum strutturato per il potenziamento della cooperazione globale nella governance e nel finanziamento per la risposta e la prevenzione alle pandemie, supportando la collaborazione tra il G20 e l’Oms, la Banca Mondiale ed altre organizzazioni internazionali.

“Noi accogliamo la proposta americana di un Fondo finanziario intermediario“, ha aggiunto Draghi. Anche il presidente americano, promotore del vertice sulla lotta al coronavirus, in apertura dei lavori ha promesso di aiutare il Sud del mondo, dove attualmente il numero delle persone vaccinate sfiora appena il 10% (il 4% solo in tutto il continente africano). Gli Stati uniti infatti acquisteranno altre 500 milioni di dosi da donare l’anno prossimo così da poter arrivare alla fine del 2022 a 1,1 miliardi di sieri distribuiti nel mondo.

“I meccanismi multilaterali, come l’acceleratore Act e Covax – ha detto il premier Draghi – rimangono gli strumenti più efficaci per assicurare un’efficace distribuzione dei vaccini e per creare la capacità necessaria per somministrarli. Dobbiamo anche offrire adeguato supporto logistico per assicurare che i vaccini raggiungano coloro che ne hanno più bisogno. Perché, con l’aumento della capacità produttiva, la sfida principale sarà come trasportare i vaccini, non come produrli”. Il presidente ha anche assicurato che “i Paesi e le aziende farmaceutiche hanno promesso dosi di vaccini e finanziamenti in favore dei Paesi vulnerabili. E nella Dichiarazione di Roma ci siamo impegnati a rispettare una serie di principi comuni per essere meglio preparati ad affrontare la prossima minaccia sanitaria“.

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