venerdì, 26 Aprile 2024

Afghanistan nel caos: diplomazie al lavoro tra corridoi umanitari e minaccia terroristica

Oggi si è tenuta una riunione straordinaria dei paesi G7, Turchia, Qatar e rappresentanti di Nato e Ue per discutere della situazione attuale.

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Alla vigilia del ritiro delle truppe americane dall’Afghanistan, la situazione è ancora tesa. L’Isis ha rivendicato il lancio di alcuni razzi intercettati stamattina, che erano indirizzati verso l’aeroporto di Kabul. Tutto il Paese sta attraversando una fortissima crisi umanitaria e fino a mezzo milione di persone, di cui 300mila bambini, rischiano di dover lasciare il paese, come da appello drammatico dell’Unicef.

L’Onu chiede urgentemente corridoi umanitari. Oggi è stata convocata una riunione straordinaria in formato virtuale dei paesi G7, Turchia, Qatar e rappresentanti di Nato e Ue per discutere della situazione attuale. La minaccia terroristica è concreta e ora bisogna lavorare sul “passaggio sicuro” e le evacuazioni dopo il 31 agosto. “Abbiamo preso atto dell’assicurazione dei talebani che tutti i cittadini stranieri e afghani con autorizzazione di viaggio potranno lasciare l’Afghanistan. Dobbiamo continuare ad assistere gli afghani e per farlo ci sono diverse opzioni: una è assisterli nei Paesi terzi”,  ha detto Di Maio.

Secondo diversi testimoni, i razzi intercettati dal sistema anti-missile degli usa hanno colpito Salim Karwan, quartiere vicino all’aeroporto. Dopo le esplosioni, sono seguiti spari, ma non è chiaro da dove provenissero.

Il Washington post riporta che sono 10 i civili uccisi in raid Usa di ieri, tra loro diversi bambini. Il secondo attacco Usa con un drone ha eliminato presunti kamikaze dell’Isis diretti in auto verso l’aeroporto di Kabul. Il drone avrebbe ucciso anche 10 civili afghani di una stessa famiglia, tra cui alcuni minori, mentre stavano uscendo da un auto nel vialetto di casa. Ora negli Stati Uniti hanno aperto un’inchiesta.

Intanto il Pentagono riferisce che, le evacuazioni ci saranno anche dopo il 31 di agosto, anche se il suo portavoce, John F. Kirby, si è rifiutato di dire quanti gate siano ancora aperti intorno all’aeroporto di Kabul, se ce ne sono. “Questa è sempre stata un’operazione pericolosa, ma siamo in un momento particolarmente pericoloso in questo momento per entrare nel dettaglio”, ha detto ai giornalisti al Pentagono. “C’è ancora una minaccia attiva” di attacchi terroristici a Kabul, ha detto il portavoce del Pentagono John Kirby. La minaccia, secondo il Pentagono, è “reale” e “specifica”. Sono circa 122mila le persone evacuate dagli americani da quando è iniziato il ponte aereo il 14 agosto. Ieri ci sono stati 26 voli militari e due civili che hanno trasportato 1.200 persone.

I talebani hanno dato conferma che, da domani avranno completo controllo dell’aeroporto di Kabul, dopo il ritiro degli ultimi militari americani dall’Afghanistan. Una fonte del  movimento citata da al Jazeera rende noto che nelle trattative con Turchia e Qatar per la gestione dell’aeroporto non è stato ancora raggiunto un accordo.

Una nota congiunta diffusa da circa 100 governi e pubblicata sul sito del Dipartimento di Stato statunitense afferma però, che i talebani hanno dato il via libera all’espatrio a tutti i cittadini stranieri e afghani con autorizzazione di viaggio per un altro Paese di lasciare l’Afghanistan. “Abbiamo ricevuto assicurazioni dai talebani che tutti i cittadini stranieri e qualsiasi cittadino afghano con autorizzazione di viaggio dai nostri paesi saranno autorizzati a procedere in modo sicuro e ordinato verso i punti di partenza e viaggiare fuori dal paese”, si legge nella dichiarazione in cui si sottolinea che i Paesi firmatari, tra cui Italia, Usa, Gran Bretagna, Australia, Giappone, Francia e Spagna, continueranno a rilasciare documenti di viaggio agli afghani designati. “Siamo tutti impegnati a garantire che i nostri cittadini, nazionali e residenti, dipendenti, afghani che hanno lavorato con noi e quanti sono a rischio possano continuare a viaggiare liberamente verso destinazioni al di fuori dell’Afghanistan”, conclude il comunicato.

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