Sarebbe dovuto essere uno degli incontri più difficili tra i Paesi industrializzati membri del G20. Quello del 9-10 settembre 2023 a Dehli, in India, ha invece messo in luce obiettivi e sfide comuni da affrontare in vista dell'immediato futuro: cambiamento climatico, multilateralismo, trasformazione tecnologica, parità di genere, lotta al terrorismo, guerra in Ucraina e accordo sul grano.
In occasione del convegno "Linguaggio di genere-NON SOLO PAROLE" abbiamo avuto modo di confrontarci con la linguista Manuela Manera: "Le parole descrivono la società in cui vogliamo vivere: una che ha ancora un forte predominio patriarcale e maschilista, oppure uno spazio democratico in cui tutte le soggettività hanno pari diritti".
Il tema continua a dividere l'opinione pubblica, tra femministi convinti e maschilisti legati alla società patriarcale. Quella del Signor Presidente del Consiglio è una precisa scelta di campo, una presa di posizione che in apparenza sembra incoerente col suo cavallo di battaglia: "Io sono Giorgia, sono una donna, sono una madre". Non tutte sono però disposte a soprassedere.
In occasione del convegno "Linguaggio di genere-NON SOLO PAROLE" abbiamo avuto modo di confrontarci sull'argomento con l'ex sindaco di Cerveteri, in provincia di Roma, Alessio Pascucci, il primo ad aver adottato una delibera per l'utilizzo del linguaggio di genere: "Finché non avremo una nazione che garantisce pari diritti, non saremo una nazione civile".
"Il femminismo è un cambiamento sociale che inizia soprattutto da sé". Così il filosofo/blogger femminista Lorenzo Gasparrini. La scelta della Meloni di farsi chiamare "il premier" ha riacceso il dibattito.
Linguiste, filosofi, docenti e amministratori pubblici insieme per parità di genere ed emancipazione femminile. Il cambiamento deve partire dalle scuole e passare attraverso le parole. Questo il focus del convegno "Linguaggio di genere-NON SOLO PAROLE", tenutosi a Oriolo Romano, in provincia di Viterbo.
Il quadro sconcertante emerge dalla ricerca "L.E.I. Lavoro, Equità, Inclusione", promossa dalla Fondazione Libellula, che ha coinvolto più di 4.300 lavoratrici e libere professioniste provenienti da tutta Italia. La discriminazione di genere in ambito professionale è all'ordine del giorno. Le posizioni di potere sono quasi esclusivamente occupati dagli uomini.
Da oggi, 27 aprile 2022, il cognome del padre ai figli in automatico va contro la Costituzione. Secondo la Corte, l'attribuzione del solo cognome paterno è retaggio di una concezione patriarcale della famiglia.
Affidare l'incarico di garante della Costituzione a una donna solo perché tale non c'entra niente con la parità di genere. Proporne una a caso non serve tanto quanto è ridicolo chiamare in causa le competenze per giustificare l'ennesimo uomo a capo dello Stato.
Secondo Casellati: "In 18 paesi del G20, le donne continuano ad essere pagate oltre il 15% in meno degli uomini e solo il 55% delle donne è coinvolto nel mercato del lavoro rispetto al 71% degli uomini, ci sono ancora troppi pregiudizi culturali che impediscono al mondo femminile di esprimere il talento e i meriti."