Arriva l'ufficialità. Dopo il tira e molla di ieri, il Governo ha deciso: niente più Dad al primo caso positivo in classe. Ma i presidi non sono contenti.
A meno di un mese dall’approvazione dei nuovi protocolli di sicurezza da utilizzare in caso di studenti positivi nelle classi, i ministeri della Salute e dell’Istruzione sono tornati alle regole precedenti: basta un positivo per tornare in dad.
Si tratta di un metodo d'istruzione molto diffuso e utilizzato all'estero, che sta prendendo sempre più piede anche in Italia, sulla spinta del coronavirus, ma non ha niente a che vedere con la dad.
Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe, ha messo in chiaro che l'obiettivo del governo di far tornare la didattica in presenza nelle scuole al 100% è a forte rischio.
L'assessore regionale alla Salute: "Se c'è un caso positivo, viene isolato. Tutta questa attività serve per evitare chiusure di plessi scolastici, per intervenire chirurgicamente lì dove ci potrebbero essere casi di positività".
Con la scuola appena iniziata sono emersi i primi casi di contagio, le classi interessate sono state poste in quarantena con la temuta didattica a distanza.
Prima campanella per 4 milioni di studenti in 10 regioni italiane. Obbligatorio green pass per professori, personale scolastico, genitori o accompagnatori. Previste multe fino a 1.000 euro per chi non rispetta le regole.
Non ci saranno più le "classi pollaio", niente distanziamento tra gli studenti, no mascherine se tutta la classe è vaccinata e novità importante: se ci saranno contagi in una classe, solo questa andrà in Dad, non più gli interi Istituti. Buone notizie per i precari e le supplenze.