lunedì, 29 Aprile 2024

‘Che tempo che fa’, il grande ritorno in tv di Beppe Grillo da Fazio: il crollo dei Cinque Stelle è alle porte

Beppe Grillo torna in tv ospite da Fazio, un fiume in piena tra battute e profonda auto critica

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Qualcuno ha detto ‘Era meglio quando faceva il comico’, a quanto pare, lo stesso Beppe Grillo, a cui è stata rivolta questa affermazione, sembra trovarsi assolutamente d’accordo.

 “Sono qui per sapere chi sono e cosa pensate di me e chi siete voi. Io sono il peggiore, sì sono il peggiore. Io ho peggiorato questo Paese, non c’è battuta”, dichiara durante la sua apparizione nel programma ‘Che tempo che fa’, durante la puntata di ieri sera: boom di ascolti per il talk show condotto da Fazio. Grillo che sfrutta l’occasione per dimettersi pubblicamente e fare un passo, anzi un balzo indietro, dalla scena. Grillo si mette a nudo davanti ai telespettatori, passando in rassegna la carriera politica fallimentare. Fra il sempre più diffuso malcontento degli elettori, gli scandali riguardanti il figlio e la sfiducia generale verso una politica italiana realmente affidabile e volta al progresso, si arrende all’evidenza e annuncia la ritirata.

Fondatore del Movimento 5 Cinque Stelle, oggi lascia le redini a Conte, non tralasciando nessuna considerazione: “Non era iscritto al Movimento, è un bell’uomo, un laureato, parla inglese, poi parlava e si capiva poco… perfetto per la politica… ma è migliorato. Ci mette un po’ di cuore”. In seguito, parla con amarezza dell’ex membro di MS5, Luigi Di Maio, definendolo molto preparato, ma accecato dalla sete di potere e colpevole di aver voltato le spalle al suo partito: ‘…..non pensavamo si facesse prendere dal potere di organizzare le persone. L’abbiamo scelto io e lui, Conte. Io guardavo i programmi, le idee, se è di destra o sinistra non importa, se un’idea è buona. Ma poi ci ha pugnalato..”.

Di Maio, ex ministro degli Esteri, risponde alle accuse di Grillo. “Pentito di aver lasciato l’M5S? La mia scelta era legata a un’idea diversa sul mancato sostegno al governo Draghi e sull’Ucraina” e, aggiunge in modo sarcastico che non sente l’ex collega da tempo, ma il bene che gli vuole è invariato. Conclude affermando che, semplicemente, lui e Grillo hanno scelto di intraprendere strade diverse. Per quanto riguarda una possibile ricandidatura anche il suo è un ritiro ufficiale. Definisce inutile un accanimento terapeutico, in quanto i risultati alle scorse elezioni 2022, in cui ha totalizzato meno dell’1% delle preferenze,  hanno chiarito quale fosse il parere degli italiani.

Parte della ‘diaspora’ dei Cinque Stelle anche Giovanna Bongiorno, avvocato difensore della ragazza che ha accusato il figlio, Ciro Grillo, di violenza sessuale. Il politico difende il figlio e la causa, affermando che la Bongiorno sia stata, oltre che ipocrita, in quanto senatrice della Lega, scorretta ad organizzare ‘comizietti davanti ai tribunali’, dove c’è una causa a porte chiuse.

Sembra, però che grazie ai ‘comizietti’ lui sia arrivato in politica.

“Ho formato il MS5, ma ero iscritto al PD, ad Arzachena. C’era Casaleggio ad affiancarmi, lui era un organizzatore e aveva del metodo, io faccio danni anche da solo quando sono a casa’. Dichiara che la politica la sapeva fare in coda al supermercato, lamentandosi dell’acqua pubblica o della macchinetta ad idrogeno ed aizzando gli animi e questo lo abbia portato a voler intraprendere una strada, ora diventata un vicolo cieco. Si esprime anche sul ‘Superbonus’: “Nella politica hai idee e poi è ovvio che quando entri nelle istituzioni, quell’idea viene frammentata. Era un’idea anche il superbonus edilizio, con Draghi eravamo d’accordo che doveva durare cinque anni. Eravamo d’accordo anche sul reddito di cittadinanza, abbiamo pensato ai navigator e poi ho lanciato le brigate di cittadinanza…”

Come ricorderemo questo personaggio? Inconcludente e deludente come si è auto-definito. Molte gaffe, urla e sbraiti https://youtu.be/nSrM5dlxzW4?t=12  e ‘fanculo’  come pane quotidiano dei suoi interventi, una controversa serie di idee mai messe in pratica, un atteggiamento di continua polemica (o come direbbe lui, da ligure, mugugno) e nessun effettivo tentativo a cambiare le cose, terminando con la difesa tramite ogni mezzo del figlio a discapito di una ragazza vittima di violenza sessuale.

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