lunedì, 6 Maggio 2024

Israele-Hamas, trattative sugli ostaggi e ospedali in ginocchio. Netanyahu: “La colpa è dei selvaggi di Hamas”

Tra gli ostaggi di Hamas anche un bambino statunitense di 3 anni, i cui genitori sono stati uccisi da Hamas negli attacchi del 7 ottobre. Da giorni l'ospedale maggiore di Gaza non dispone di acqua, elettricità e medicinali a causa degli scontri ravvicinati alla struttura. Segretario UN: "Israele non sta proteggendo i civili".

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Giorno 38. Da più di un mese ormai la striscia di Gaza imperversa nello stato di un durissimo conflitto, che ancora non accenna miglioramenti. Una delle principali criticità riguarda la situazione degli ostaggi, molti dei quali sono stati catturati e trattenuti dall’inizio del conflitto, il 7 ottobre. Ad oggi sarebbero circa 240 gli israeliani in mano ad Hamas, da sommare agli ostaggi di provenienza internazionale, per i quali i rispettivi governi stanno gestendo le trattative. “Ci sono negoziati in corso sugli ostaggi che vedono coinvolti gli israeliani, il Quatar e anche l’Egitto”, ha comunicato il Consigliere della Sicurezza Nazionale USA Jake Sullivan. Secondo alcune informazioni trapelate, sarebbe in stato di discussione l’intesa per lo scambio di 80 donne e bambini israeliani in cambio di altrettanti detenuti palestinesi in Israele.

Ad intervenire a riguardo è stato anche lo stesso Presidente statunitense Joe Biden, che si sarebbe confrontato in una telefonata con l’emiro del Qatar Tamim Bin Hamad Al-Thani, alla luce dell’impegno del Qatar per liberare gli ostaggi. Nel resoconto fornito dalla Casa Bianca, risulterebbe come tra i detenuti vi sia anche un bambino americano di 3 anni, rimasto orfano dopo che i genitori sono stati uccisi da Hamas nell’assalto di ottobre. “I due leader hanno convenuto che tutti gli ostaggi devono essere rilasciati senza ulteriori ritardi– si legge nella dichiarazione- e Biden avrebbe affermato di auspicare “un futuro Stato palestinese in cui israeliani e palestinesi possano vivere fianco a fianco con uguale stabilità e dignità”.

Fonte di grave allarme è anche la condizione sanitaria presso la Striscia, dove l’assistenza alla popolazione riscontra costanti difficoltà. In particolare, l’ospedale Al-Shifa, maggiore complesso sanitario di Gaza, sarebbe allo stremo, sostanzialmente impossibilitato ad adempiere alle proprie funzionalità. Ad attestarlo è stato il Direttore Generale dell’ONU, Tedros Adhanom Ghebreyesus, tramite il suo profilo X, specificando che da 3 giorni la struttura sarebbe sprovvista di medicinali, acqua ed elettricità– costringendo i medici ad intervenire con l’ausilio delle torce dei propri cellulari. Serbatoi, macchinari di generazione di ossigeno, supporti cardiovascolari e il reparto maternità sarebbero irrimediabilmente compromessi. A queste denunce il Presidente israeliano Isaac Herzog ha controbattuto incolpando la propaganda di Hamas: “A Shifa c’è elettricità, tutto funziona”. Inoltre, il Ministero degli Esteri di Tel Aviv ha aggiunto che Hamas- che governa Gaza- avrebbe impedito all’ospedale di servirsi di 300 litri di carburante che i soldati israeliani avevano lasciato in contenitori in prossimità dell’ospedale sabato sera. A rispondere a questa osservazione- definendola come una “menzogna e diffamazione” – è stato il direttore di Al-Shifa, Mohammad Abu Salamia, sostenendo che la sua squadra temeva di essere assalita se fosse uscita dall’ospedale.

Simili criticità riguarderebbero in realtà tutti gli ospedali di Gaza, come testimoniato da immagini e video condivisi sui social. Anche fornire le cure essenziali sarebbe pressoché impossibile, data la carenza tanto di materiali quanto di personale per assistere l’elevatissimo numero dei feriti. Il Segretario delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, ha dichiarato in un’intervista alla CNN che “le leggi di guerra prevedono la protezione dei civili e l’esercito israeliano non lo sta facendo a Gaza”. Come ben noto non si tratta della prima osservazione critica che Guterres rivolge ad Israele, considerando che in passato aveva asserito come gli attacchi di Hamas non fossero arrivati “dal nulla”, ma dopo “56 anni di soffocante occupazione subita dal popolo palestinese”. La reazione di Netanyahu non si è fatta attendere: “Rispettare il diritto internazionale? Guterres lo chieda ai selvaggi di Hamas”.

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