lunedì, 29 Aprile 2024

L’assenza di Zerocalcare al Luccacomics, fra accuse di antisemitismo e critiche: il gesto del fumettista al centro della polemica

La novità è stata che l'evento è stato patrocinato dall'Ambasciata Italiana di Israele e il fatto, specialmente in un momento di crisi politica e umanitaria, non ha potuto non causare una serie di conseguenze.

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Per gli appassionati di fumetti, anime e cultura ‘Pop’ di tutto il mondo, questo periodo dell’anno corrisponde solo a una cosa: il Lucca Comics. Dal 1 al 5 novembre, cinque intere giornate in cui, fra le Mura di Lucca, è possibile incontrare fumettisti, cosplayer, nerd da tutto il mondo venuti in pellegrinaggio nella cittadina. Quest’anno, però, mentre noi possiamo girare fra i banchetti di gadget e action figures di combattenti e guerrieri, c’è chi la guerra la sta vivendo sul serio, se ‘guerra’ si può definire.

La novità è stata che l’evento è stato patrocinato dall’Ambasciata Italiana di Israele e il fatto, specialmente in un momento di crisi politica e umanitaria, non ha potuto non causare una serie di conseguenze.

Il noto fumettista romano Michele Rech, in arte Zerocalcare, ha comunicato via social della sua assenza all’evento, al quale partecipa ogni anno. Il motivo è proprio per la presenza del patrocinio israeliano. Non è il solo: i fumettisti israeliani Asaf e Tomer Hanuka seguono il gesto di Calcare. In poco tempo, diventa un caso mediatico. Come sempre, l’opinione pubblica si divide in schieramenti: chi critica il gesto, lo ritiene esagerato, chi inconcludente e pretenzioso e chi lo appoggia.

Giornali, programmi tv e politici iniziano ad alzare gravi accuse di antisemitismo nei confronti di Calcare. Il Senatore Gasparri (FDI) lo accusa di essere ‘nemico del popolo di Israele’, Salvini e Myrta Merlino esprimono su Twitter il loro disdegno nel gesto che va a ‘rovinare un bell’evento culturale’, Crippa, vicedirettore de ‘Il Foglio’ lo accusa addirittura di rappresentare ‘lo schifo’ causa dell’odio razziale contro il popolo islamico per via delle sue posizioni prese a sostegno del popolo curdo, durante il conflitto tra curdi e Stato Islamico (ne parla in ‘Kobane Calling’,  approfondimento di un reportage a fumetti pubblicato nel 2015 su ‘L’Internazionale’).

il commento di Salvini

‘Lo so che quello sul manifesto è solo un simbolo, ma quel simbolo rappresenta per molte persone a me care la paura di non vedere il sole sorgere domattina, le macerie sotto cui sono sepolti i propri cari, la minaccia di venire intrappolati in quel carcere a cielo aperto sotto cui tanti ragazzi e ragazze sono nati e cresciuti senza essere poi potuti uscire.’ – Zerocalcare via Instagram

Quello non è ‘solo un simbolo’ ed anche l’appoggio di uno Stato che sta portando avanti un genocidio non è affatto un simbolo e, per chi, come Calcare, si è recato in realtà come Kobane (Kurdistan) e Shengal (Iran) ed ha dato voce, per quanto possibile, a vittime di oppressione, supportare solo con la propria presenza un evento in un contesto del genere, sarebbe stato incoerente e per nulla in linea con ciò che ha fatto fin’ora.

 

‘Kobane Calling’, 2015
l’autore parla dell’esperienza in Kurdistan

 

‘No sleep til Shengal’, 2022
L’autore descrive l’esperienza in Iraq a fianco del popolo iraniano

Il fumettista, esasperato dal caso mediatico, durante i giorni del Comics, pubblica uno sketch su l’Internazionale, descrivendo la vicenda nel dettaglio e senza filtri. https://www.internazionale.it/reportage/zerocalcare/2023/11/03/zerocalcare-lucca-comics-fumetto

La premessa di Calcare, scritta a caratteri cubitali a inizio sketch, sarà anche la conclusione di questo articolo: è assurdo e grottesco che così tanta gente si stia occupando di questa vicenda, mentre da un’altra parte migliaia di persone stanno subendo un massacro.

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