sabato, 4 Maggio 2024

Israele, le truppe avanzano verso Gaza. OMS: “Mancano acqua, cibo e gli ospedali sono sopraffatti”

L'esercito di Tel Aviv si è posizionato nel nord dell'enclave palestinese, mentre raid aerei e bombardamenti non accennano a diminuire. Joe Biden ribadisce al primo ministro Netanyahu la necessità di rispettare il diritto internazionale. Confermata la morte della 22enne tedesco-israeliana rapita durante il rave musicale del 7 ottobre.

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Le operazioni militari da parte delle truppe israeliane nella Striscia di Gaza continuano ad aumentare. Durante la notte “sono state uccise decine di terroristi che si erano barricati in edifici e tunnel, tentando di attaccare i soldati”, come è stato riferito dal portavoce militare. Inoltre, sarebbe stato colpito anche uno degli edifici di addestramento di Hamas, con all’interno più di 20 terroristi. Sui social dell’esercito di Israele si legge che, durante la notte, i velivoli di Tel Aviv avrebbero bombardato alcuni siti nel sud della Siria, in reazione ai razzi partiti dal Golan a danno dello Stato ebraico. Questi attacchi, secondo l’Osservatorio nazionale per i diritti umani, avrebbero riguardato anche la Siria orientale, al confine con l’Iraq. Negli ultimi giorni gli obiettivi colpiti sarebbero stati oltre 600. Tra questi rientrano anche le infrastrutture di Hezbollah e punti sensibili della Striscia di Gaza, tra cui località prossime all’ospedale Al Quds di Tal al Hawa, dove i danni ai reparti sono stati ingenti.

Diplomazia e aiuti umanitari

In una telefonata tra il presidente Joe Biden e il primo ministro Benjamin Netanyahu sarebbe stato ribadito che “Israele ha ogni diritto e responsabilità di difendere i suoi cittadini dal terrorismo”, ma anche che le leggi umanitarie internazionali non possono essere violate. A riportarlo è stata la Casa Bianca, evidenziando che Biden avrebbe insistito sulla necessità di maggiori flussi di assistenza a Gaza. Pochi minuti fa è stato reso noto l’arrivo di 60 camion attraverso il valico di Rafah, i quali verranno ispezionati e poi indirizzati al valico israeliano di Awja per consegnare ai civili cibo, acqua e medicinali. Ancora tassativamente vietato l’ingresso di carburante. Escluso questo convoglio, dall’inizio del conflitto sarebbero entrati 117 camion, a fronte dei circa 500 che entravano nella Striscia prima delle ostilità. L’OMS ha denunciato le condizioni inaccettabili in cui la popolazione è costretta a vivere, mentre l’ONU ha riportato che alcune persone avrebbero assalito i magazzini dell’organizzazione alla disperata ricerca di viveri. Le telecomunicazioni e internet sono state nuovamente interrotte nella serata di ieri, lasciando la popolazione della Striscia nel più completo isolamento. A questo riguardo il Wall Street Journal aveva scritto che gli Stati Uniti avevano richiesto ad Israele il ripristino immediato delle comunicazioni, ma alla luce degli ultimi aggiornamento la sollecitazione pare essere stata ignorata.

Il tragico destino degli ostaggi

L’ambasciatore israeliano in Italia, Alon Bar, ha affermato al Tg1 che sarà fatto “tutto il possibile per il rilascio degli ostaggi”, denunciando che Hamas “ha un solo vero scopo: la distruzione di Israele”. Sempre sul versante diplomatico, è stato convocato a Gerusalemme l’ambasciatore russo in Israele, Anatoly Viktorov, per contestare “la visita di una delegazione di Hamas a Mosca”. Il Ministero degli Esteri ha nettamente protestato contro il gesto di Mosca, sottolineando come ospitare leader di Hamas trasmetta “un messaggio di legittimità del terrorismo contro gli israeliani”. La disperazione e l’orrore sembrano senza fine, sia per le vittime a Gaza sia per le famiglie degli ostaggi, sparse in tutto il mondo e per lo più prive di informazioni sulla sorte dei propri cari. Proprio questa mattina è arrivata la conferma della morte di Shani Louk, la 22enne tedesco-israeliana che nelle scorse settimane era stata identificata dai parenti in uno dei video di Hamas, mentre veniva trascinata seminuda su una jeep durante l’assalto al rave musicale del 7 ottobre. Si credeva e sperava che fosse viva, pur gravemente ferita, in un ospedale di Gaza, ma la madre, che si era appellata al governo tedesco per ricevere aiuto, ne ha ufficialmente comunicato il decesso.

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