sabato, 27 Aprile 2024

“Lunga vita all’Europa”. L’Unione Europea tra passato e sfide future nel discorso di Ursula von der Leyen

A 300 giorni dalle elezioni per il Parlamento Europeo, il quarto discorso sull'Unione pronunciato dalla Presidente della Commissione Ursula von der Leyen, da il quadro di quanto fatto negli scorsi anni e delle sfide che l'Europa ha davanti a sé. Tanti i temi affrontati, legati da un filo comune: quando l'Europa è coraggiosa, le cose vengono realizzate.

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È una Europa più forte, unita e all’avanguardia quella che esce dal discorso sullo Stato dell’Unione, pronunciato nella mattina di oggi, mercoledì 13 settembre, dalla Presidente della Commissione Ursula von der Leyen. Una Europa che dalle sue parole appare forte e aperta a nuove sfide. Chiamata sia a completare il proprio processo di unione a livello interno che ad accogliere nuovi membri. “Io credo che il Team Europa possa funzionare anche con più di 30 Stati membri”. È la chiara convinzione di von der Leyen, nata dall’evidenza che se oltre 27 Stati sono riusciti a prendere decisioni fondamentali, come nel contesto della pandemia e della Difesa unica, il limite non sta nel numero. Ma è anche un’Europa che appare sulla soglia di un potenziale cambiamento, in base all’esito delle prossime elezioni per il Parlamento Europeo che si terranno nel giugno prossimo. Un countdown di 300 giorni che viene ricordato da subito. Una scadenza entro la quale concludere promesse e piani e che rende il discorso sullo stato dell’unione ancora più significativo. Quasi come prematuro discorso di commiato.

Uno sguardo al passato per affrontare il futuro

Ad introdurre von der Leyen nel quarto discorso sullo stato dell’Unione, è la Presidente del Parlamento Europeo Roberta Metsola. Poche parole, ma focalizzate su un chiaro aspetto, su cui von der Leyen ritornerà lungo tutto il suo intervento: dopo aver superato una crisi finanziaria, una pandemia, la “brutale invasione russa ai danni dell’Ucraina”, la Brexit e la crisi climatica, “Siamo più forti e più uniti di prima”.

Von der Leyen ammette che al suo ingresso nel 2019, il suo programma per una Europa verde, digitale e geopolitica aveva suscitato dubbi da diverse parti. Ma a 300 giorni dalle elezioni europee, può affermare che “Grazie a questo Parlamento, agli Stati membri e alla mia squadra di membri della Commissione, abbiamo portato a termine il 90% delle linee politiche che ho presentato nel 2019”. E la chiave per arrivare a questo risultato è stato il lavoro di squadra: “Insieme abbiamo dimostrato che quando l’Europa è coraggiosa, le cose vengono realizzate”. Una Europa dunque che ha gettato le basi per una Unione geopolitica, come ha dimostrato “Il supporto all’Ucraina, la resistenza all’aggressione russa, la risposta a una Cina determinata e l’investimento in partnership”. Ma anche un Green Deal che è il centro dell’economia europea, una transizione digitale in divenire, un NextGeneration EU che ha portato 800 miliardi di euro in investimenti e la creazione di una Unione sanitaria che ha garantito la vaccinazione a un intero continente.

Il Green Deal europeo

Quando si tratta di Green Deal europeo: noi manteniamo la rotta, rimaniamo ambiziosi, restiamo fedeli alla nostra strategia di crescita. E ci impegneremo sempre per una transizione giusta ed equa”. Di fronte all’estate più calda mai registratasi in Europa, von del Leyen ricorda come il Green Deal avviato 4 anni fa, nascesse dalla consapevolezza della necessità di preservare il futuro del pianeta, con una logica di lungo periodo e con l’obiettivo di neutralità climatica entro il 2050. Ma l’agenda non si è limitata solo alla componente climatica: ha virato verso la parte economica, dimostrando come “Modernizzazione e decarbonizzazione possono andare di pari passo”.  Da punto di partenza inaugurato 4 anni fa e divenuto cornice all’interno della quale l’industria europea si è mossa con successo, ad oggi il Green Deal è pronto ad entrare in una nuova fase. Come annunciato da von der Leyen “Continueremo a supportare l’industria europea per tutta la transizione”. Attraverso una serie di Dialoghi sulla transizione pulita che coinvolgeranno ogni ecosistema industriale.

Dialogo con la Cina, ma no a pratiche scorrette

Il futuro dell’industria delle tecnologie pulite deve concretizzarsi in Europa”.  Ma questo obiettivo è raggiungibile solo con una concorrenza equa, che non preveda pratiche predatorie o aiuti statali. Come nel caso della Cina. “Non abbiamo dimenticato come le pratiche di commercio sleali della Cina hanno colpito la nostra industria solare”. Von der Leyen ricorda infatti le start up e le aziende pioneristiche mandate in bancarotta da concorrenti cinesi “fortemente sussidirizzati”. Insieme al settore dei veicoli elettrici con un mercato globale “invaso da macchine elettriche cinesi il cui prezzo è mantenuto basso artificialmente grazie a enormi sovvenzioni statali”. La Presidente esprime chiaramente la posizione europea: “Così come non accettiamo distorsioni dall’interno, non le accettiamo dall’esterno”.  E annuncia il lancio, nella giornata di oggi, di una inchiesta anti-sovvenzioni sui veicoli elettrici cinesi”. Perché “l’Europa è aperta per la competizione. Ma non per una gara al ribasso”. Questo non toglie però la possibilità del dialogo. “É vitale mantenere linee di comunicazione e dialogo con la Cina”. “Ridurre il rischio, non ridurre le interdipendenze. Questo sarà il mio approccio con la leadership cinese al summit UE-Cina previsto entro l’anno”.

Le sfide economiche

Competenze, inflazione e semplificazione per le imprese. Sono queste le 3 sfide che la Presidente della Commissione individua nel futuro dell’Unione. In un mondo del lavoro europeo che ha raggiunto il record di occupati, sono le mancanze di competenze e di figure professionali a minacciare l’attività economica delle imprese europee. Il 74% delle PMI segnala infatti carenza di competenze; le strutture sanitarie chiedono personale medico e infermieristico; 2/3 delle aziende europee lamenta la mancanza di informatici specializzati e durante la stagione estiva il settore ha vissuto la mancanza di addetti, non reperibili. Ma allo stesso tempo sono 8 milioni i giovani europei che non studiano e non lavorano e le famiglie lamentano una mancanza di strutture per l’infanzia. Per von der Leyen la sfida è quindi quella di migliorare l’accesso al mondo del lavoro, garantendo anche una migrazione qualificata.

Il tema inflazione fa capolino nel discorso solo per affermare che servirà tempo per tornare agli obiettivi di medio periodo della BCE. Il focus viene dato al positivo ridursi del costo dell’energia rispetto a un anno fa.

La terza sfida che von der Leyen vuole affrontare, letteralmente in prima persona, è legato alle industrie: “É arrivato il momento di agevolare le imprese in Europa“. Obiettivo è rendere più semplice alle piccole e medie imprese fare business, andando a migliorare la complessa amministrazione. Entro l’anno è quindi prevista la definizione di un inviato speciale, che farà riferimento direttamente alla Presidente della Commissione, e che sarà il riferimento per le PMI europee.

La serietà di queste sfide impone scelte all’altezza. Per questo la Presidente della Commissione ha annunciato di aver chiesto a Mario Draghi, da lei definito come “una delle più grandi menti europee in tema di economia” di preparare un report sul futuro della competitività in Europa.

Migrazioni e sicurezza globale

Un potenziale compromesso che si riteneva non fosse raggiungibile al suo insediamento, sembra ora possibile per von del Leyer in tema migrazioni. Grazie ad accordi con partner internazionali come la Tunisia, alla cooperazione delle agenzie europee con gli Stati membri, sottolinea come il Parlamento e il Consiglio abbiano l’occasione storica di raggiungere un accordo sul patto su immigrazione ed asilo. Per raggiungere un equilibrio. “Tra protezione delle frontiere e protezione delle persone. Tra sovranità e solidarietà. Tra sicurezza e umanità. Mostriamo che l’Europa può gestire le migrazioni con efficacia e compassione. Terminiamo il lavoro!”. E l’efficacia dipende anche dalla legislazione contro i trafficanti di esseri umani, che, come ricorda von der Leyen, risulta ormai datata. Per questo motivo la Presidente annuncia che la Commissione organizzerà una Conferenza Internazionale per combattere il traffico di esseri umani. “É ora di porre fine a questo business spietato e criminale!”.

L’Ucraina e lo spettro della Russia

Saremo al fianco dell’Ucraina ad ogni passo. Per tutto il tempo necessario”. La posizione europea viene espressa chiaramente quando il discorso sta per volgere al termine, ma lo spettro della Russia è apparso anche in altri punti. La Presidente infatti parla chiaramente di “aggressione della Russia” e accusa Putin per “l’uso deliverato del gas come arma e per come abbia provocato paure di blackout e di una crisi energetica come negli anni ‘70”. Fino ad arrivare a una dichiarazione che sicuramente non passerà inosservata: “La Russia sta intraprendendo una guerra a larga scala contro i principi fondanti della carta delle Nazioni Unite”.

“No significa no”

Non esiste una sola motivazione per la quale, per lo stesso tipo di mansione, una donna debba essere pagata meno di un uomo”. Principio definito basilare da von der Leyen, ma che in realtà non trova applicazione nel mondo del lavoro. Nel quale l’Unione è intervenuta con la Direttiva sulle donne nei consigli di amministrazione, che prevede che tutte le grandi società quotate nell’UE dovranno adottare delle misure per incrementare la presenza di donne alla loro guida. E con la Direttiva sulla trasparenza delle retribuzioni, con cui si vuole combattere la discriminazione salariale e contribuire a colmare il divario retributivo di genere. “No significa no”. Anche per questo semplice principio, che così scontato non è, la Presidente vorrebbe una azione legislativa perché “Non può esserci vera uguaglianza senza la libertà dalla violenza”.

300 giorni, dopo questo discorso, non sembrano una fine, ma la preparazione a qualcosa che, ormai messo in moto, non può più fermarsi. “Ancora una volta, questo è il momento in cui l’Europa deve rispondere alla chiamata della storia. Lunga vita all’Europa“.

 

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