Nelle ultime dichiarazioni del Ministero degli Esteri francese è stata annunciata l’evacuazione dei circa 600 connazionali dalla capitale Niamey, sottolineando tempistiche molto rapide e imminenti, come riportato dal sito di Le Figaro. Le autoritĂ francesi aggiungono che potranno aggregarsi anche altri cittadini europei che desiderano lasciare il Niger. Alla luce del Colpo di Stato che ha sconvolto il Paese nella scorsa settimana, non nascondendo un deciso spirito antifrancese, dall’Europa si stanno organizzando operazioni di rimpatrio, Italia compresa. Il Ministro degli Esteri  Antonio Tajani ha comunicato su Twitter che il governo ha deciso di “offrire ai concittadini presenti nella capitale Niamey la possibilitĂ di lasciare la cittĂ con un volo speciale per l’Italia“. L’ambasciata italiana resterĂ aperta e operativa, sia per offrire assistenza a coloro che volessero restare in Niger sia per “contribuire agli sforzi di mediazione in corso“. Al momento nel Paese vi sono all’incirca 100 civili e 400 militari italiani, tutti in condizioni sicure.
Nonostante l’evidente situazione di allarme internazionale, la situazione a Niamey da domenica pomeriggio è “molto calma”. Così riferisce il corrispondente dell’emittente francese Bfmtv, Amaury Hauchard, notando che, a seguito dell’attacco all’ambasciata di Parigi, non si sono verificati ulteriori atti di ribellione. Il giornalista, a fronte del diretto dialogo con i manifestanti nigerini, ha riportato come il bersaglio dei rivoltosi sia direttamente il governo francese: “non siete voi i bersagli, sono la Francia e il sistema francese. Per voi cittadini nessun problema”.
Nel frattempo i rapporti diplomatici non sono affatto semplici. Tramite un comunicato congiunto, i portavoce dei governi di Mali e Burkina Faso– Abdoulaye Maiga e Jean Emmanueel OuĂ©draogo- si sono rivolti ai leader dell’Ecowas, esplicitando chiaramente che qualsiasi intervento militare contro il Niger sarĂ considerato come una dichiarazione di guerra ai loro Paesi. Qualora si arrivasse a queste decisioni, entrambi si ritirerebbero dalla ComunitĂ economica dei Paesi dell’Africa Occidentale e adotterebbero misure di “autodifesa in appoggio alle Forze Armate e al popolo del Niger“. I portavoce hanno inoltre richiamato alla memoria le “nefaste conseguenze” che seguirono agli interventi della Nato in Libia, i quali a loro avviso furono motivo della diffusione del terrorismo nella regione del Sahel e nell’Africa occidentale. Tuttavia, essi non hanno mancato di prendere le distanze dall’atteggiamento dei sovversivi nigerini che hanno preso il potere con la forza.
Secondo l’ONU, il golpe in Niger “ha ulteriormente complicato uno scenario della sicurezza che stava giĂ peggiorando“. Secondo le parole della portavoce della Commissione Europea per gli Affari Esteri, Babila Massrali, al personale UE è stata data l’opzione di lasciare il Paese su base volontaria, ma senza organizzare alcuna operazione di evacuazione ufficiale. “La presenza dell’UE nel Paese durante questa fase rimarrĂ ”, tenendo meticolosamente sotto controllo il progredire delle vicende “minuto per minuto”.