“Dopo quasi 8 giorni trascorsi in mare, i 76 superstiti sbarcheranno finalmente nel porto di Taranto”. Medici senza Frontiere annuncia con questo tweet nel pomeriggio di oggi, giovedì 29 settembre, il via libera dato dalle Autorità italiane per lo sbarco dei migranti soccorsi dalla nave Geo Barents, aggiungengo che “Ci vorrà più di un giorno di navigazione per raggiungere il porto assegnato”. Si conclude così l’odissea dei migranti salvati di cui la stessa ONG aveva parlato nei giorni scorsi sul profilo Twitter, dopo che dieci richieste di porto sicuro erano state inviate alle autorità italiane e maltesi senza ricevere risposta. Di ieri era il tweet: “Mentre Viminale ignora i suoi obblighi legali di fornire un porto sicuro ai 76 sopravvissuti, noi cerchiamo di offrire un senso di normalità a bordo della Geo Barents. Un’attività semplice come mangiare il riso l’enorme potere di ricordare a tutti che sono esseri umani”. Aggiungendo sempre nella giornata di ieri: “Tra i 76 naufraghi soccorsi a bordo della Geo Barents MSF Sea ci sono 18 minori non accompagnati ai quali, per il diritto internazionale e la legge italiana, è riservato uno speciale livello di protezione”.
I migranti morti dal 2014 a oggi
La notizia dei 76 migranti salvati dalla Geo Barents si scontra con la realtà dei numeri complessivi di un’emergenza che è diventata normalità: sono stati quasi 25mila i migranti morti e dispersi nelle acque del Mediterraneo dal 2014 a oggi. Sono i numeri forniti dalla Fondazione ISMU in occasione della Giornata della Memoria e dell’Accoglienza del 3 ottobre prossimo, nella quale si ricorda il naufragio al largo di Lampedusa del 2013 in cui persero la vita 368 migranti. Come riporta ISMU “il viaggio verso l’Italia si conferma il più pericoloso: è sulla rotta del Mediterraneo centrale che si registra da sempre il più elevato numero di morti e dispersi, pari a 1.088 dal 1° gennaio al 25 settembre 2022 su un totale di 1.473 su tutte le rotte del Mediterraneo, tra questi 60 erano bambini”. La Sicilia, a quasi dieci anni dal naufragio del 3 ottobre 2013, è ancora la principale meta di approdo di chi cerca di arrivare in Europa e registra continuamente nuovi arrivi: “Al 25 settembre se ne contano oltre 51mila su un totale di 69mila in Italia. In particolare l’isola di Lampedusa, da sempre località simbolo delle migrazioni, continua ad affrontare situazioni difficili con un numero di migranti accolti nell’hotspot ben oltre la capienza consentita: in alcuni giorni di luglio, quando gli sbarchi erano particolarmente consistenti. risultavano presenti 1.600 ospiti su 350 posti disponibili”.
A livello globale, dal 1° gennaio al 25 settembre 2022, secondo i dati IOM, Organizzazione Internazionale per le Migrazioni, sono stati registrati 3.469 morti sulle rotte dell’immigrazione. Da questi numeri emerge che nel continente americano sono aumentati in modo significativo gli eventi fatali, arrivando a rappresentare un quarto di tutti gli eventi mondiali nel 2022, mentre in diminuzione sono quelli nel continente africano, scesi dal 30% del 2020 al 16% del 2022. La guerra in Ucraina ha avuto conseguenze anche sulla percentuale di morti e dispersi sul territorio europeo, si è infatti passati dal 2% del 2020 al 3,7% del totale nel 2022. Ma è la rotta del Mediterraneo a essere la più mortale “con il 43% di tutti i migranti morti e dispersi nel mondo nei primi nove mesi del 2022”.