giovedì, 28 Marzo 2024

Guerra in Ucraina, Kiev: “Riconquiste nel Donetsk il giorno del referendum”. Cremlino: “Se vince il sì ogni attacco nel Donbass sarà attacco alla Russia”

La Commissione elettorale centrale ha reso noto che ci sono italiani tra i 130 osservatori stranieri alle consultazioni di voto per l'annessione del Donbass alla Federazione. Cinque compagnie aeree russe e 10 aeroporti hanno fatto sapere di aver ricevuto ordini dal Cremlino per l'arruolamento dei loro dipendenti. Mosca: "Non minacciamo nessuno con armi nucleari".

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Sono giorni di preoccupazione per le potenze internazionali che stanno cercando di capire quale sarà la prossima mossa del presidente russo Vladimir Putin dopo l’annuncio di mobilitazione parziale per 300mila riservisti fatto mercoledì scorso, 21 settembre. Da questa mattina, 23 settembre, la popolazione del Donbass, ovvero delle regioni di Donetsk, Lugansk, Kherson e Zaporizhzhia, si sta recando alle urne per votare l’annessione alla Federazione russa, referendum decisivi che termineranno il 27 settembre. La Commissione elettorale centrale ha reso noto che sono presenti ben 130 osservatori stranieri in sede di consultazione, tra cui russi, italiani, e altri rappresentanti provenienti da Venezuela, Romania, Togo e Sudafrica. La notizia è stata diffusa dall’agenzia di stampa Tass. Nel frattempo l’Occidente non sembra stia reagendo nel migliore dei modi ai referendum; l’Ufficio di presidenza dell’Assemblea Baltica, l’organizzazione internazionale per la cooperazione tra le assemblee parlamentari di Estonia, Lettonia e Lituania, ha condannato fermamente “il piano per l’organizzazione di referendum illegali nei territori occupati dell’Ucraina e la violenta risposta del Cremlino alle proteste anti-mobilitazione”. Lo ha comunicato in una nota l’Ufficio stesso.

Berlino: “Trovare soluzione europea per disertori russi”

Il fatto che molti russi non vogliano partecipare alla guerra è un buon segnale. In tutte le richieste di asilo si dovrà verificare che ci sia stata effettivamente una diserzione, bisogna trovare una soluzione sostenibile“. Così si è espresso il portavoce del cancelliere tedesco, Steffen Hebestreit, nel corso dell’ultima conferenza stampa in merito all’esodo russo dopo l’annuncio della chiamata alle armi. Intanto cinque compagnie aeree russe, tra cui l’Aeroflot, e dieci aeroporti fanno sapere di aver ricevuto specifici ordini dal Governo per quanto riguarda l’arruolamento dei loro dipendenti. La notizia è stata diffusa dal quotidiano Kommersant che ha spiegato come molti piloti civili siano riservisti addestrati in specifiche scuole di voli militari e molti di loro hanno già lavorato nell’esercito. Stando ad alcune fonti pare l’80-50% del personale potrebbe essere mobilitato.

Kiev: “Riconquistati territori nel Donetsk primo giorno del referendum”

Kiev ha annunciato proprio oggi di aver riconquistato alcuni territori occupati dai nemici. Il funzionario dello Stato maggiore Oleksiy Gromov ha comunicato ai microfoni di un’emittente televisiva di aver liberato Yatskivka, nell’Oblast di Donetsk lungo la costa orientale del fiume Oskil. Il rappresentante ucraino ha aggiunto che sarebbero state recuperate anche altre basi in direzione di Bakhmuth, strategico snodo autostradale dove si stanno svolgendo scontri a fuoco tra le due frange militari.

Mosca: “Non minacciamo nessuno con armi nucleari”

Non minacciamo nessuno con armi nucleari, i criteri per il loro utilizzo sono descritti nella dottrina militare e specificati nei fondamenti della politica statale della Federazione russa in materia di deterrenza nucleare”. Queste le parole del viceministro degli Esteri di Mosca, Serghei Ryabkov, citato dall’agenzia di stampa Ria Novosti. “Un confronto aperto con Stati Uniti e Nato non è nel nostro interesse – ha aggiunto -. Ci auguriamo che anche l’amministrazione Biden sia consapevole del pericolo di un’escalation incontrollata del conflitto in Ucraina”. Ryabkov ha puntato il dito contro gli Usa spiegando che “sono in linea di principio incapaci di negoziare e, insieme a Londra e ad alcune altre capitali della Nato, stanno spingendo direttamente Kiev a trasferire le operazioni militari sul nostro territorio, con l’intenzione di combattere fino all’ultimo ucraino”. Il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, ha fatto sapere che se in Donbass dovesse “vincere il sì per l’unione con la Russia, Mosca considererà ogni attacco contro quel territorio come un attacco al proprio territorio”.

Washington Post: “Da Usa moniti a Mosca su minaccia nucleare”

Il Washington Post ha rivelato che il Governo americano avrebbe inviato da mesi comunicazioni private a Mosca, anche mediante il dipartimento di Stato, per ammonirli sulle conseguenze di un loro attacco nucleare. Il giornale ha citato alcuni dirigenti americani che hanno sottolineato concetti già espressi pubblicamente da Joe Biden e i suoi consiglieri. tuttavia, pare che la Casa Bianca stia cercando di mantenere un alone di mistero in merito alle vere conseguenze dovute all’uso di armi atomiche, lasciando a Mosca le preoccupazioni per ogni eventuale reazione americana.

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