sabato, 20 Aprile 2024

Diritti civili, pistole e sparate in piazza: la barbarie e lo spirito del nostro tempo

Dagli episodi di cronaca degli ultimi giorni emerge lo scollamento tra civiltà e pólis. Canne fumanti e sparate in piazza, machismo e moralismo: l'accozzaglia barbara che manda a monte anni di conquiste civili.

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A settecento anni dalla morte del Poeta, altre fiere avanzano in alcune località italiane. Cronaca nera da far tremar le vene e i polsi. Espressioni del maschilismo sciorinato, nel 2021. E allora principiamo questo viaggio, non dantesco, ça va sans dire. Trieste, Santopadre, Ercolano, Terni, Anguillara Veneta, il Senato della Repubblica. Cosa lega i fili di queste storie, o meglio, di questi nomi? Cosa accomuna una manifestazione contro la certificazione verde, tre omicidi, un’ordinanza comunale e una cittadinanza onoraria a un personaggio quanto meno discutibile? Il viaggio è appena cominciato: accompagniamoci tappa per tappa.

Nella città giuliana abbiamo visto un uomo con alcuni accoliti alla base di un pilo portabandiera in piazza Unità d’Italia. A Santopadre un proprietario di casa è indagato per eccesso colposo in legittima difesa, ma nel frattempo è morto un uomo. Nel Comune in provincia di Napoli un autotrasportatore dovrà rispondere di duplice omicidio aggravato. A Terni il Sindaco scrive: “È fatto divieto a chiunque” di mantenere “un abbigliamento indecoroso o indecente in relazione al luogo ovvero nel mostrare nudità, ingenerando la convinzione di esercitare la prostituzione”. Mentre nella cittadina in provincia di Padova l’Amministrazione locale ha deciso di conferire la cittadinanza onoraria a Jair Bolsonaro, il presidente del Brasile sotto inchiesta per crimini contro l’umanità. E nella Capitale, invece? Be’, lì lo stadio Olimpico è impallidito al cospetto del boato in Aula a causa dell’addio al disegno di legge Zan contro l’omotransfobia e l’abilismo, ovvero la discriminazione contro le persone disabili.

Dopo questi indizi, siete riusciti ad arguire cosa annodi gli episodi succitati? Sveliamo la soluzione: la mancanza di civiltà, o, se preferite, la barbarie. E certo, poiché la piazza centrale di Trieste è un monumento, come pochi se ne osservano in giro. Ed è vero che la protesta contro il lasciapassare è stata pacifica, ma è altrettanto vero che non si può montare sulla base dei pili portabandiera per tenere un comizio o ascoltarlo. Pure quella base è un patrimonio e pure quella base dovrebbe essere tutelata, non certo usata come trampolino dal quale esprimere le ragioni della sollevazione (opinabili o no). Ma il guaio è che nessuno, non un agente, non un carabiniere, non una divisa insomma, abbia pensato quanto meno d’invitare a scendere alcuno da quell’improvvisato e improvvido palco. Come in città: chi di voi non ha visto il marciapiede diventato marcia-pneumatico? Chiamatelo pure moralismo, e però sarebbe più appropriato senso civico.

Nel Frusinate, pure qui con tutte le motivazioni possibili, un uomo privato della vita un altro uomo e probabilmente ha distrutto anche la propria, giacché dovrà dimostrare di aver sparato a un ladro introdottosi nella sua abitazione. Vogliamo emulare l’America delle pistole? Della difesa personale? Come a Ercolano, si notano due ragazzi in un’auto e si apre il fuoco? Undici colpi di Beretta, contro due giovani fermi dentro una Panda. A Terni, Anguillara e in Senato verrebbe da appellarsi al folklore del macho italico, ma purtroppo non è così: è la cifra che caratterizza la destra intollerante, la destra che ammicca alle democrature di Polonia e Ungheria, la destra che teme i diritti civili. “Civili”, appunto. Ma si può pretendere civiltà da una simile pólis? Nel contempo, meglio non fare di ogni erba un fascio.

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