venerdì, 26 Aprile 2024

Scontri di Roma, Lamorgese respinge le accuse: “Nessuna strategia della tensione”

La ministra dell'Interno ha parlato a Montecitorio degli scontri di Roma per chiarire i dubbi sugli interventi delle forze dell'ordine.

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“Nell’immediatezza dei fatti ho chiesto al Capo della Polizia una dettagliata ricostruzione delle evidenti delle criticità che, occorre riconoscerlo, hanno contrassegnato la gestione dell’ordine pubblico di quelle ore. È palese che non si sia riusciti a contenere tutti i propositi criminali da cui era mossa la parte violenta dei manifestanti, specie quella istigata da elementi più politicizzati”. Così ha esordito la ministra dell’Interno, Luciana Lamorgese, nell’informativa alla Camera dei Deputati sugli scontri a Roma del 9 ottobre puntando l’attenzione sul “deficit di sicurezza determinato dalla situazione che ha superato ogni ragionevole previsione”. Gli organizzatori della manifestazione contro il Green Pass avevano annunciato la partecipazione di mille persone, “ce n’erano invece 10 o 12mila”. La ministra, interrotta più volte dalle proteste provenienti dai banchi della Lega, ha riferito che gli agenti inquadrati per il 9 ottobre erano 840, un numero “adeguato alle stime”.

“Respingo accuse di strategie oscure, e inquietanti retroscena”, ha proseguito Lamorgese, la quale ha assicurato che non c’erano “infiltrati di polizia tra i manifestanti”. “Dalla polizia ci sono state interlocuzioni con Castellino anche per guadagnare tempo”, ha spiegato la ministra. I dubbi, infatti, riguardano specialmente la mancata tempestività di un intervento da parte delle Forze dell’Ordine dopo il “proclama” dal palco di Piazza del Popolo e via video di Giuliano Castellino, leader del partito neofascista Forza Nuova che ha portato fra le fila dei No Green Pass ben 200 affiliati. Questo atteggiamento ha “accreditando la tesi che si trattasse di un disegno accreditato dalle forze dell’ordine”. Lamorgese ha detto di respingere “fermamente questa lettura, che non tiene conto della realtà dei fatti e insinua il dubbio che le forze di polizia, cui dobbiamo la difesa delle istituzioni e il mantenimento della pace sociale, si prestino ad essere strumento di oscure finalità politiche”. La ministra Lamorgese è tornata anche sull’irruzione nella sede della Cgil, che ha definito “il momento più drammatico che ha turbato l’opinione pubblica per la violenza dell’azione distruttiva e lo sfregio alla democrazia. Un momento durato 8 angoscianti minuti, che ha avuto il suo apice tra le 17.32, quando i manifestanti irrompono nella sede sindacale, e le 17.35, quando le forze di polizia riprendono il controllo della situazione e liberano i locali”.

Lamogese ha parlato anche dei disordini di Trieste, dove c’è stata “moderazione e contenimento”. “Nonostante il richiamo del prefetto di Trieste alla palese illegittimità dello sciopero, è stato attivato un presidio al varco 4″, per impedire lo scarico e carico merci a 700 mezzi pesanti, e “a fronte di tale situazione il prefetto ha indetto un comitato urgente di sicurezza in cui si è condiviso di effettuare lo sgombero. Nei momenti di maggiore tensione si è prefigurato il pericolo di degenerazione dell’ordine pubblico ed è stato necessario l’uso di idranti e lacrimogeni”. Alla Camera la ministra ha rimarcato “caratteristiche analoghe ai fatti di Roma”, ai cortei verso Palazzo Chigi e Montecitorio, prima di ribadire la sua solidarietà e vicinanza alla Cgil e alle forze di polizia.

L’obiettivo che dobbiamo prefiggerci è guidare il Paese fuori dalla pandemia senza che le effervescenze delle conflittualità producano traumi o ferite profondi – ha aggiunto la ministra. L’andamento delle manifestazioni dell’ultimo fine settimana induce a mantenere massima l’attenzione affinché non sia turbata la tranquillità della comunità nazionale. Lo strumento per garantire questo è il doveroso equilibrio tra il diritto di manifestare il dissenso e la tutela dei diritti e le libertà dei cittadini”. “In questo periodo, la protesta ha investito minacciosamente ogni ambito facendo emergere nuovi soggetti da tutelare e nuovi obiettivi sensibili da proteggere”, ha aggiunto Lamorgese, sottolineando il “carattere sfidante della protesta, intenzionata a non fermarsi”. Dal febbraio 2020 al 18 ottobre, si sono tenute infatti 5.569 manifestazioni di protesta. Più della metà si sono svolte nel 2021, di cui 1.526 tra il 22 luglio e il 18 ottobre, che hanno riguardato il Green Pass. Il 3,4% è sfociato in episodi di violenza, cioè ben 52 manifestazioni.

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