venerdì, 26 Aprile 2024

Patrick Zaki, da 18 mesi detenuto illegalmente: la mobilitazione continua

Amnesty International: "Per Patrick, chiuso nella sua cella della prigione di Tora, è stato un tempo lentissimo, pieno di angoscia, di dolore fisico, di sofferenza mentale. Continuiamo a rivolgere appelli alle autorità egiziane".

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“Patrick Zaki sta arrivando al diciottesimo mese di detenzione illegale, arbitraria, senza processo e senza possibilità di difendersi”, lo ricorda il portavoce di Amnesty International Italia, Riccardo Noury, sottolineando che domani, 7 agosto, sarà trascorso un anno e mezzo da quando lo studente egiziano è stato arrestato in Egitto con accuse di terrorismo, istigazione alla violenza, sulla base di affermazioni pubblicate su post social da un account che i legali di Zaki continuano ad affermare che non sia suo.

“Per la nostra campagna – dice Noury – questo anno e mezzo è trascorso veloce, ricco di mobilitazioni e di iniziative che hanno cercato di tenere alta l’attenzione sulla situazione dello studente egiziano dell’Università di Bologna. Ma per Patrick, chiuso nella sua cella della prigione di Tora, è stato un tempo lentissimo, pieno di angoscia, di dolore fisico, di sofferenza mentale. Continuiamo a rivolgere appelli alle autorità egiziane affinché sia scarcerato, perché non vi è alcun motivo, se non una inaccettabile persecuzione politica nei confronti di un brillante difensore dei diritti umani, per tenerlo in prigione. Continuiamo a sollecitare il Governo italiano ad abbandonare la sua inconcludente strategia basata su ‘silenzio, cautela e dialogo’ e ad assumere iniziative concrete, come peraltro chiesto anche dal Parlamento, per favorire la scarcerazione di Patrick”.

Dalle carceri egiziane, qualche giorno fa Patrick aveva spedito una lettera alla fidanzata, diffusa dagli attivisti, nella quale scriveva: “Combatterò finché non tornerò a studiare a Bologna”.

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