“Era impossibile non prevedere che il proiettile sparato a Marco Vannini avrebbe potuto provocargli una emorragia interna. Eppure, non fece niente per salvargli la vita. Una condotta spietata”, quella di Antonio Ciontoli, secondo la Corte di Cassazione che il 3maggio scorso ha confermato per lui la condanna a 14 anni.
Resta ancora un mistero quello che accadde la sera del 17 maggio del 2015, nella viletta di Ladispoli, sul litorale Romano. Forse non sapremo mai cosa avvenne prima del colpo di pistola esploso dall’ex maresciallo della Marina Militare contro il fidanzato della figlia.
Di certo “la sua condotta”, scrive la Suprema Corte, ” fu non solo assolutamente anti doverosa, ma caratterizzata da pervicace spietatezza anche nel nascondere quanto realmente accaduto”.