venerdì, 26 Aprile 2024

Armi, estorsioni e droga: sgominato gruppo legato alla Banda della Magliana

I 12 arrestati vivevano una vita piena di vizi, grazie al denaro illecito dello spaccio, ed erano soliti risolvere i problemi attraverso la violenza.

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Nel Lazio sono state eseguite 12 misure cautelari a carico di un gruppo collegato in passato alla Banda della Magliana. I Carabinieri hanno dato esecuzione all’ordinanza emessa dal Tribunale: 4 sono finiti in carcere, 2 agli arresti domiciliari, 4 con obbligo di dimora e 2 con obbligo di presentazione in caserma. Tutti sono residenti nella provincia a nord di Roma, tra Castelnuovo di Porto e Morlupo.

I 12 soggetti, tutti di origine italiana, sono accusati di “concorso in detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti, estorsione, incendio, porto e detenzione illegale di armi da fuoco”; sono anche stati sequestrati beni mobili, immobili e conti correnti per un valore complessivo di 600mila euro.

L’indagine, soprannominata “Gerione”, è iniziata nel maggio 2019, subito dopo un arresto per possesso di 6 chili di hashish ed armi. Il tutto riconducibile ad un’altra persona, nota alle Forze dell’Ordine. Le ricerche hanno portato ad una famiglia di Morlupo, nota alla cronaca locale poiché collegata in passato alla banda della Magliana.

È stato possibile appurare che uno degli arrestati, un rapinatore seriale al momento in carcere, dava disposizioni al fratello per continuare a gestire le attività illecite: durante questo periodo è stata addirittura organizzata una spedizione di droga e sim card per la casa circondariale.

Gli investigatori hanno individuato la provenienza degli stupefacenti con il quale continuare le loro attività. Ad aiutarli un dipendente di una tipografia che per confondersi utilizzava il mezzo della propria ditta. Nella rete di questa organizzazione criminale vi era anche una donna, costretta a detenere e spacciare lo stupefacente. Un’altra è stata colpita dalla misura cautelare; in quanto parte del gruppo criminale riscuoteva i pagamenti delle vendite di stupefacenti.

I 12 arrestati vivevano una vita piena di vizi, grazie al denaro illecito dello spaccio, ed erano soliti risolvere i problemi attraverso la violenza. In un episodio avrebbero danneggiato una concessionaria auto con una molotov, perché un’auto di grossa cilindrata, precedentemente acquistata in quella sede aveva avuto problemi meccanici.

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