venerdì, 26 Aprile 2024

Catcalling, basta molestie verbali per strada: 2 militari verso il processo a Milano

Esiste da sempre ma sta diventando un'urgenza: serve una norma a tutela di chi, ancora oggi, ha paura di percorrere le strade delle città.

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La Procura di Milano, solo qualche giorno fa ha chiuso le indagini su un caso di catcalling nei confronti di due militari dell’esercito. Con il termine Catcalling si intende una molestia verbale ricevuta, spesso rivolte a donne, camminando per strada. Fischi, battute sessiste, allusioni sessuali, domande invadenti, suoni di clacson, insulti o complimenti offensivi, sgraditi e fuori luogo. Il termine inglese, rievoca i versi emessi per attirare (call) l’attenzione dei gatti (cat).

Le conseguenze principali e gravi del fenomeno comportano una privazione della libertà individuale del soggetto, che, intimorito, perde la serenità di circolare tranquillamente per le strade.

I dati shockanti del fenomeno li riporta uno studio interculturale del 2016 ideato dal movimento Hollaback! e dalla Cornell University condotto in 22 paesi su oltre 16mila donne. L’84% subisce molestie di strada a 17 anni per la prima volta.

In Italia, il 69% delle donne intervistate ha dichiarato di essere stata inseguita da un uomo o da un gruppo sentendosi in pericolo almeno una volta, e più della metà ha affermato di aver ricevuto palpeggiamenti o “carezze” indesiderate da parte di sconosciuti.

A conferma di questi dati, l’ultima indagine Istat del 2018, sulla percezione della sicurezza stradale attesta che 4 donne su 10, una percentuale del 35%, non si sentono al sicuro quando escono da sole nelle ore serali, oltre il 36,6% di loro infatti, non escono mai sole di notte.

In Italia, questo fenomeno non è ancora considerato un reato e non esiste alcuna norma di legge che punisce questa condotta. Il catcalling tuttavia, potrebbe rientrare nell‘art. 660 del Codice Penale, che disciplina la contravvenzione di molestia o disturbo alle persone. La norma punisce chi, in un luogo pubblico reca disturbo o molestia per biasimevole motivo, con l’arresto fino a sei mesi o con l’ammenda fino a 516,00 euro. Ma, ai fini della configurazione certa del reato in questione, il comportamento deve essere caratterizzato da insistenza eccessiva, invadenza ed intromissione pressante. L’applicazione risulta quindi molto difficile e spesso, non efficace.

Però questo, seppur ignorato, è un problema attuale, di tutti i giorni: la Procura di Milano, solo qualche giorno fa ha chiuso le indagini su un caso di catcalling nei confronti di due militari dell’esercito. I due uomini, ora trasferiti dalla caserma in cui prestavano servizio, sono accusati di aver preso di mira almeno tre volte in un pomeriggio di circa tre mesi fa, una ragazza di 20 anni.

I due militari, ora a rischio processo, si trovavano in libera uscita con altri amici in un bar sotto casa della giovane alla quale, mentre stava rientrando, sono stati rivolti gravi insulti. I reati contestati sono molestie e per uno dei due anche minacce. Uno 30enne e l’altro 35enne, erano addetti all’operazione “Strade Sicure”, buffo no? Ora verranno interrogati, su loro richiesta dagli agenti del commissariato Lorenteggio, delegati dal procuratore aggiunto di Milano e responsabile del dipartimento fasce deboli, Maria Letizia Mannella, titolare dell’inchiesta.

Il catcalling è un fenomeno che condiziona molte donne, che non si sentono libere di passeggiare per le strade della propria città ed indossare ciò che vogliono, questo provoca ripercussioni nella psicologia e nella vita quotidiana delle vittime.

Il fenomeno non deve più venire sottovalutato, ma deve essere ritenuto una vera e propria forma di molestia che limita la libertà e la sicurezza delle persone. Più passa il tempo e più una legge ad hoc diventa urgente e necessaria: voglio, vogliamo tutte smettere di avere paura!

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