Qual è il contrario di libero? Alcuni dizionari ci rimandano a parole che assomigliano a prigioniero. Rimanendo lontani dagli estremi, possiamo però dire che in un posto più che in un altro, la libertà viene intervallata da provvedimenti che fanno capo ad esigenze politiche ed economiche che sembrerebbero non interpellare il sociale.
In Corea del Nord è stata adottata una misura protettiva per evitare “la rovina”. È la guerra a slang, jeans attillati, tagli di capelli e film stranieri, in particolare le soap opera sudcoreane: è stata infatti varata di recente una legge per neutralizzare le minacce del “pensiero reazionario”.
Il leader Kim Jong il mese scorso ha scritto una lettera alla Lega della gioventù per “reprimere comportamenti sgradevoli individualisti e antisocialisti” tra i giovani, fermare il linguaggio straniero e persino le acconciature e l’abbigliamento considerati “pericolosi” e “veleni” per la società. Banditi i piercing, ritenuti simbolo dello “stile di vita capitalista”. Questo però a quanto pare non basta perché secondo Kim “ è necessario fare di più per impedire alla cultura capitalista di conquistare il Paese.”