venerdì, 26 Aprile 2024

Riapriamo a questa primavera che non sboccia. Voglio smettere di avere paura per colpa vostra

L'emergenza sanitaria per molti di noi è stata, è, e sarà la più grande di tutta la nostra vita. Guardare avanti con quello che abbiamo passato non è affatto semplice quando hai 25 anni e ciò che ti aspetta ti spaventa, ma lo desideri con tutte le tue forze

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È difficile riuscire ad essere speranzosi di fronte a dei dati certi alla mano, davanti al fatto che ci troviamo, ancora, in una situazione abbastanza critica per il nostro Paese, e con molta gente che ha difficoltà a comprenderlo. Gli eventi degli ultimi giorni, le riaperture, gli aperitivi, le feste in casa, le persone che non utilizzano i dispositivi di sicurezza, mi lasciano sconcertata.

Vorrei poter essere stesa su un prato verde, illuminato da tante lanterne a guardare le stelle e per un momento farmi travolgere e vivere una piccola magia, allontanandomi dalla realtà, e pensare che tutto quello che stiamo vivendo da quasi 14 mesi, è soltanto un incubo.

Non è essere pessimisti, ma un tantino realisti.

È giusto pensare che potremmo andare incontro ad una nuova ondata, a causa della scorrettezza di tanti. Per chi come me ha sempre rispettato ogni tipo di norma anti-contagio, rispettato il colore della propria regione, utilizzato la mascherina e l’alcool in ogni momento, è difficile poter accettare tutto ciò che sta accadendo in Italia.

Grazie alle chiusure delle ultime settimane, i numeri dei contagi sono leggermente rientrati, ma non erano numeri che facevano sperare in un “liberi tutti”. Tra le parole più ricorrenti che il Covid ha portato spesso a pronunciare, una è sacrificio. Io, purtroppo, sono stanca di fare sacrifici, e vedere che non c’è rispetto da parte di tutti.

Tra le altre cose, il Covid, ci ha fatto riflettere su ciò che vale veramente: le relazioni, il tempo trascorso con chi amiamo, i piccoli gesti, ed essere sempre in armonia con ciò che si desidera. Molti di noi hanno provato sulla propria pelle la perdita di un parente caro o hanno vissuto quella che è stata la sofferenza per i propri cari, che hanno dovuto lottare con tutte le loro forze, per combattere questo maledetto mostro.

Da tenere bene a mente che i numeri dei contagi provenienti dagli happy hour si potranno verificare soltanto tra un paio di settimane; Crisanti, microbiologo dell’Università di Padova, ci ha messo in guardia, li vedremo a partire da fine maggio.

Molti, senza dubbio più superficiali, hanno affermato che nonostante le riaperture i numeri sono in calo, ma questo grazie esclusivamente alle restrizioni delle scorse settimane. Stiamo avendo solo un effetto ottico della cosiddetta “curva in calo”, ma non bisogna gioire nell’immediato.

La dinamica del virus e della velocità con cui circola è assai complessa e difficile da comprendere. Tutti noi, abbiamo voglia di tornare a vivere una vita fatta di serenità, leggerezza, ma il comportamento corretto, non è far finta che il Covid non esista, solo perché in vista dell’estate si pensa che il virus scomparirà.

Ho voglia, come molti, di iniziare a fare qualcosa di nuovo. Dopo 14 mesi, le giornate sembrano tutte uguali, anche io ho bisogno di vivere con più adrenalina. Queste giornate statiche, mi fanno essere più apatica, e più le trascorro in questo modo, più il mio cervello si ferma ed entra in loop.

Mi sembra di perdere gli anni più belli, di essere in primavera, ma non sbocciare come un bel fiore. Mi sembra di essere ferma, e non andare avanti, anche se sono consapevole che la vita di tutti noi va avanti, prosegue, non come dovrebbe.

Il Covid ci ha fatto allontanare dalle persone a noi care, ha proibito di avvicinarci per paura di contagiarli. Ci ha disorientati, ci ha quasi inseriti in una bolla, dove per molti sarà difficile uscire e ritornare all’amata e acclamata “normalità”. C’è stata una grande introspezione. E una domanda frequente che mi sono posta, durante questa pandemia, è stata: quanto vale un abbraccio?

Molte notti mi sono sentita fragile, mi sono accorta che quei piccoli attimi di serenità, trascorsi in questi mesi, siano stati soltanto pura illusione. Non mi sono mai adagiata alla situazione illusoria di libertà e di tranquillità, nemmeno la scorsa estate. Ho pensato, inoltre, che niente mi può abbattere e che i pensieri negativi devono viaggiare oltre, non devono persistere nella mia mente; bisogna aspettare, non abbiamo una bacchetta magica, non ci troviamo in una favola.

Ho avuto tanta paura, in alcuni momenti questa paura è diventata terrore, ho immaginato  di non poter avere tutto sotto il massimo controllo. Quando vedo che la vita mi sta sfuggendo di mano e sono impotente, mi sento un piccolo insetto intrappolato in una ragnatela, perché c’è qualcosa più forte di me che mi rende debole e mi tiene imprigionata.

Il Covid ci ha permesso di comprendere come la vita è un equilibrio instabile, è come se fosse un pendolo oscillante, e sta a noi capire in che direzione andare. Si può capire, da soli, che la situazione epidemiologica è ancora molto critica e il futuro molto incerto. Il numero delle persone vaccinate è ancora basso. Mi chiedo: è stato giusto riaprire? La popolazione ha compreso che ci troviamo ancora di fronte ad una grave emergenza nazionale?

L’unica cosa certa, è che siamo tutti stanchi, del mancato contatto, di non poterci incontrare, di non condividere le nostre esperienze, di non poter viaggiare in estrema tranquillità. Tutti siamo disorientati e vorremmo certezze su quando ci sveglieremo da questo brutto sogno. Ma siamo ancora dentro a quella che per molte generazioni è stata, è, e sarà la più grande emergenza sanitaria della vita.

Ad oggi, l’unica cosa da fare, è essere ancora più responsabili di prima e non demordere. Bisogna cercare di rispettarsi e rispettare le norme anti-Covid; solo così l’Italia ne uscirà. Voglio crederci, voglio avere il coraggio di essere speranzosa, in primis per il mio benessere, per quello di tutti coloro a cui voglio bene e per tutto il Paese; mi ripeto che andrà tutto bene, ma a volte, mi trema ancora la voce. Però si, voglio sperare di uscire presto dalle quattro mura della mia stanza e poter dire: ce l’abbiamo fatta!

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