Rinviato a giudizio il leader della Lega Matteo Salvini per la vicenda Open Arms. Il gup di Palermo Lorenzo Jannelli ha sentenziato che il senatore del Carroccio risponderà di sequestro di persona e rifiuto di atti d’ufficio. Secondo la Procura avrebbe illegittimamente impedito alla nave della ong di attraccare nel porto di Lampedusa. Per 147 giorni i migranti raccolti dalla Open Arms rimasero davanti alle coste dell’isola.
“Felici per tutte le persone che abbiamo tratto in salvo durante la #Missione65 e in tutti questi anni. La verità del #Med è una, siamo in mare per raccontarla”, è stato il commento dell’ong Open Arms su twitter. Fu la Procura di Agrigento a sbloccare il caso Open Arms dopo che un’ispezione a bordo della nave fece emergere le gravi condizioni di disagio fisico e psichico in cui versavano i profughi trattenuti sull’imbarcazione.
Nel corso della sua arringa, il difensore del senatore leghista ha motivato la decisione con la necessità di tutelare i confini nazionali, aggiungendo che la scelta era, comunque, condivisa dall’intero Governo. Sempre secondo l’avvocato Giulia Bongiorno, difensore di Salvini, la Open Arms avrebbe potuto attraccare sia a Malta che in Spagna ma avrebbe rifiutato.
“La difesa della Patria è sacro dovere del cittadino”. ha detto il leader della Lega Matteo Salvini, in un messaggio sui propri profili social, citando l’Articolo 52 della Costituzione. “Vado a processo per questo, per aver difeso il mio Paese? Ci vado a testa alta, anche a nome vostro. Prima l’Italia. Sempre”.
“È una decisione dal sapore politico più che giudiziario“, ha aggiunto, “Mi spiace per i miei figli, ma non torno a casa preoccupato”.
All’udienza preliminare si sono costituite 21 parti civili: oltre a 7 migranti di cui uno minorenne, Asgi (Associazione studi giuridici immigrazione), Arci, Ciss, Legambiente, Giuristi Democratici, Cittadinanza Attiva, Open Arms, Mediterranea, AccoglieRete, Oscar Camps, comandante della nave e Ana Isabel Montes Mier, capo missione Open Arms.
Il procedimento avrà inizio il 15 settembre dinanzi ai giudici della seconda sezione penale del Tribunale di Palermo.
